Camorra: Figlio e nipote del consigliere indagati per associazione mafiosa
La DDA di Napoli ha ottenuto una proroga di indagini di 6 mesi per Vincenzo e Nino Di Maio, rispettivamente figlio e nipote del politico locale Nino Di Maio
REGIONALE (Lucia Sforza)- Nuovi e delicati sviluppi emergono dall'inchiesta sulle infiltrazioni camorristiche nel tessuto economico e sociale di Castellammare di Stabia. Secondo quanto riportato dal sito web de Il Fatto Quotidiano, il figlio e il nipote di Nino Di Maio – consigliere comunale e presidente della commissione pari opportunità del comune – risultano indagati per il grave reato di associazione camorristica.
Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Napoli, Maria Luisa Miranda, ha accolto la richiesta formulata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli (Sostituto Procuratore Giuseppe Cimmarotta) e ha disposto una proroga di indagini di sei mesi, un procedimento datato febbraio 2024.
I nomi sotto la lente degli inquirenti
L'ordinanza di proroga dei termini di indagine riguarda tre soggetti in totale, tutti indagati per associazione mafiosa:
- Vincenzo Di Maio (50 anni): Figlio del consigliere Nino Di Maio.
- Nino Di Maio (28 anni): Nipote del consigliere Nino Di Maio.
- Ugo Lucchese (63 anni), noto come “Ugariello”: Ritenuto dagli inquirenti un vecchio e influente membro del Clan D’Alessandro.
La proroga del GIP è allegata agli atti della maxi-ordinanza sulle infiltrazioni del clan nel tessuto economico di Castellammare di Stabia, notificata solo poche settimane fa, che aveva assestato un duro colpo alla cosca.
La reazione del sindaco: "Chi non combatte la camorra deve dimettersi"
La notizia ha immediatamente generato una forte reazione politica. Il Sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza, dopo il maxi blitz della DDA, ha voluto ribadire con estrema fermezza la linea politica e morale dell'amministrazione.
In un post pubblico, il Sindaco ha tuonato:
“Chi non combatte la camorra non può stare nelle istituzioni. L’etica, la morale e la trasparenza sono da sempre i capisaldi dell’azione politica e amministrativa del mio operato di sindaco... Chi non si schiera apertamente nella lotta e nel contrasto al malaffare camorristico non può avere responsabilità pubbliche, non può far parte della mia maggioranza, deve dimettersi.”
Vicinanza ha sottolineato che, al di là degli accertamenti della magistratura, esiste una chiara esigenza di opportunità politica:
"Chi non prende le distanze da zone d’ombra, da azioni camorristiche e illegali, non è parte della nostra squadra. Sul consiglio comunale, sui suoi consiglieri, sull’attività del Comune non possono pesare comportamenti opachi."
Il messaggio è chiaro: l'amministrazione non farà alcun passo indietro nel contrasto ai clan, che hanno "generato lo sfasciume di questa città", ribadendo che lo Stato è presente.

