antica cittadella
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ORTA DI ATELLA - Facevano apparire come residenti nei Comuni di Orta di Atella (Caserta) e Frattaminore (Napoli) cittadini brasiliani che invece risiedevano da tutt'altra parte, e falsificavano persino i certificati dell'anagrafe relativi ai loro discendenti pur di dar seguito, dietro il ricevimento di regali e somme di danaro, alle richieste di concessione di cittadinanza italiana o di rilascio di documenti di identità. 

L'indagine

E' l'accusa a carico di otto persone raggiunte dalle misure cautelari - una in carcere e sette ai domiciliari - emesse dal gip del tribunale di Napoli Nord ed eseguite dalla Polizia Metropolitana di Napoli per i reati di associazione a delinquere, falso in atto pubblico e corruzione che avrebbero messo su un giro di affari milionario. In carcere è finito il titolare di una società di intermediazione che riceveva le richieste per ottenere la residenza e la cittadinanza italiana, ritenuto il vero "dominus" dell'associazione criminale. Agli arresti domiciliari sono invece andati tra il Napoletano ed il Casertano quattro dipendenti dei Comuni di Frattaminore e Orta di Atella, in servizio presso l'ufficio anagrafe dei due enti e presso il corpo della polizia municipale (solo per Orta di Atella, ndr), e altre tre persone che facevano parte dell'organizzazione. Questi ultimi, secondo la Procura di Napoli Nord (procuratore facente funzioni Annamaria Lucchetta), avrebbero messo a disposizione gli immobili usati per le finte iscrizioni di residenza, fornendo timbri ed effigi dello Stato per falsificare passaporti e dichiarazioni di presenza, producendo anche false certificazioni estere che attestavano l'esistenza di avi e discendenti italiani per quei soggetti brasiliani che avevano fatto richiesta di concessione di cittadinanza. 

Il sistema

Il sistema - è emerso - era collaudato e ben "oliato"; il titolare della società di intermediazione, insieme ad un complice, avrebbe intascato per ogni pratica dagli 8mila ai 45mila euro (la media er di 22mila euro); ruolo fondamentale era quello dei dipendenti comunali, che in cambio di regali e tangenti in danaro avrebbero falsificato tutti quei documenti richiesti per fornire la residenza e cittadinanza a persone che non ne avevano alcun diritto. Gli inquirenti hanno ricostruito anche i flussi di danaro finiti agli indagati. L'indagine è nata in seguito ad un'altra inchiesta analoga che aveva riguardato il comune napoletano di Villaricca, conclusasi con la condanna nel gennaio scorso di quattro dipendenti comunali e due cittadini brasiliani. Il prosieguo delle indagini a fatto emergere come l'organizzazione fosse radicata anche in altri comuni vicini, come appunto Frattaminore e Orta di Atella, comune del casertano al confine con l'hinterland napoletano.