Aggredita a forbiciate dal figlio: si è finta morta per salvarsi
L'uomo, di professione bidello, è affetto da schizofrenia cronica

SANTA MARIA A VICO - Un episodio agghiacciante ha sconvolto la tranquilla via Novanese di Santa Maria a Vico, dove giovedì scorso la 76enne Alfonsina Zimbardi è stata brutalmente aggredita dal figliastro, Maurizio Ferrara, 49 anni, bidello in servizio presso un liceo di Maddaloni.
Affetto da schizofrenia
L’uomo, affetto da schizofrenia cronica e seguito dal Centro di Salute Mentale di Maddaloni, è stato arrestato con l'accusa di tentato omicidio.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della locale stazione, che hanno operato con grande tempestività e professionalità, Ferrara avrebbe colpito la donna con una violenza inaudita utilizzando un paio di forbici da cucina lunghe 16 centimetri. L'aggressione è iniziata dopo che l'uomo era salito a casa della matrigna con la scusa di restituire i piatti del pranzo. Senza alcun preavviso, le ha spaccato i piatti in testa provocandole un forte ematoma e un trauma cranico non commotivo, per poi afferrarla e colpirla ripetutamente.
Ha finto di essere morta
Le ferite rilevate sono circa 50, concentrate su tutto il tronco, con lesioni più gravi a mani e braccia, segno di un disperato tentativo di difesa. Tracce di sangue sono state trovate in diverse zone dell’abitazione, fino alle scale. In un estremo gesto di sopravvivenza, la signora Alfonsina ha finto di essere morta, inducendo così l’aggressore ad allontanarsi.
Dopo l’aggressione, Ferrara ha inviato un messaggio a un parente scrivendo: “L’ho accoltellata a Funzinella”, facendo scattare l’allarme. Nel frattempo, la signora, nonostante le gravi condizioni, ha trovato la forza di chiamare un altro figliastro per chiedere aiuto. Incredibilmente, ha chiesto di non allertare i carabinieri, preoccupata per le sorti dello stesso Ferrara.
Le forze dell’ordine sono comunque giunte sul posto e hanno trovato Ferrara barricato in casa. Solo alla vista della seconda pattuglia, l’uomo ha aperto la porta ed è stato tratto in arresto. Un medico legale ha effettuato i rilievi e ha confermato la gravità delle ferite.
Secondo testimonianze raccolte, Ferrara nei giorni precedenti aveva ricevuto una notifica di pignoramento sullo stipendio per debiti accumulati, situazione che avrebbe scatenato un crollo psichico culminato nella violenza contro la matrigna, che nulla aveva a che vedere con le sue vicende finanziarie e che, anzi, lo aveva sempre accudito con affetto e dedizione.
Suscita indignazione e sconcerto il fatto che una persona riconosciuta invalida all’80% per schizofrenia cronica potesse continuare a lavorare all’interno di un istituto scolastico. Questo aspetto solleva interrogativi sulla gestione dei casi psichiatrici nei contesti lavorativi pubblici.
Un’intera comunità si stringe attorno alla signora Alfonsina, simbolo di coraggio e dignità in un momento di orrore. A lei va l’abbraccio ideale di tutti coloro che condannano con forza questa ennesima, intollerabile violenza domestica.