antica cittadella
antica cittadella

MARCIANISE - Un'ora di sciopero con presidio davanti ai cancelli dello stabilimento: è questa l’ultima forma di protesta messa in atto dai 406 lavoratori della Jabil, che oggi hanno ribadito con forza il loro no alla cessione del sito produttivo alla Tma, società nata dall’intesa tra Tme di Portico di Caserta e Invitalia.

La multinazionale americana dell’elettronica ha scelto di uscire dalla vertenza in modo unilaterale, trasferendo l’intero sito campano alla Tma, che vede tra i soci proprio un ex dipendente Jabil (al 55%) e l’agenzia pubblica Invitalia (al 45%). Una decisione che, da mesi, incontra la ferma opposizione dei lavoratori, preoccupati per la mancanza di garanzie occupazionali e industriali reali.

La proposta “ultimatum” bocciata dai dipendenti

Jabil aveva proposto ai lavoratori una “scelta” entro il 6 maggio: accettare il passaggio alla nuova società, oppure dimettersi volontariamente con un incentivo economico (30mila euro, solo rinunciando all’indennità di disoccupazione; 10mila euro in caso contrario). Ma nessuno ha accettato, ad eccezione di un solo dipendente, vincitore di concorso pubblico.

«Non ci fidiamo di questa soluzione improvvisata e fragile – ribadiscono i lavoratori – Vogliamo che Jabil resti a Marcianise, oppure che si apra a nuovi investitori realmente solidi e con un piano industriale credibile».

Le interpellanze in Parlamento

Nel frattempo, a Roma si apre un fronte politico: il Movimento Cinque Stelle ha presentato due interpellanze parlamentari per chiedere chiarimenti al Governo e sostenere le ragioni dei lavoratori. Le interrogazioni saranno discusse nei prossimi giorni, e i dipendenti sperano che la mobilitazione spinga le istituzioni ad attivarsi concretamente.

«Non possiamo svendere il nostro futuro – concludono i lavoratori – Né possiamo accettare soluzioni imposte dall’alto, che non ci offrono nessuna sicurezza né sul lavoro, né sul domani delle nostre famiglie».