Cassazione nega lo sconto di pena a Melissa D’Alterio, la ‘Signora del Mof’ dei Casalesi
La Suprema Corte conferma la condanna per la figlia del boss: nessun vincolo di continuazione tra i reati mafiosi commessi al mercato ortofrutticolo di Fondi

Chi è Melissa D’Alterio, la “Signora del Mof” legata ai Casalesi
(Lucia Sforza)
Melissa D’Alterio, 44enne di Formia e figlia del noto Giuseppe D’Alterio detto Pepp’ ’o Marrucchin, era considerata figura centrale nel controllo dei trasporti nel Mercato ortofrutticolo di Fondi (MOF). La donna è stata condannata per reati di stampo mafioso in relazione al monopolio economico gestito per conto del clan dei Casalesi nel sud pontino.
Due condanne distinte e nessun vincolo di continuazione
La donna aveva ricevuto due distinte condanne:
4 anni dalla Corte d’Appello di Napoli per associazione mafiosa e illecita concorrenza aggravata;
2 anni dalla Corte d’Appello di Roma per illecita concorrenza con minaccia.
Il legale della D’Alterio ha tentato di ottenere unificazioni delle pene tramite il riconoscimento del vincolo della continuazione, ritenendo le due condotte parte di un unico disegno criminoso.
La decisione della Cassazione: ricorso infondato
La Prima Sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Vincenzo Siani, ha respinto il ricorso, confermando l’orientamento della Corte d’Appello di Roma. Nella sentenza si legge che “la contiguità alla stessa associazione criminale non è elemento sufficiente per il riconoscimento della continuazione”.
Manca, secondo la Suprema Corte, “una programmazione unitaria e predeterminata”.
Mof e Casalesi: un legame criminale nel cuore del Lazio
Il MOF, centro nevralgico dell’economia agroalimentare del sud pontino, è da anni al centro delle attenzioni della criminalità organizzata. La vicenda di D’Alterio conferma l’interesse del clan dei Casalesi nel controllare il settore dei trasporti e della logistica legata al mercato ortofrutticolo.