antica cittadella
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L'ex sindaco di Mondragone Schiappa
L'ex sindaco di Mondragone Schiappa

MONDRAGONE - La prima sezione penale della Corte d’Appello di Napoli ha depositato la sentenza del processo penale a carico di Mario Zannone, all’epoca direttore responsabile del quotidiano “La Nuova Gazzetta di Caserta” edito da Pasquale Capriglione, che pubblicava in data 06 ottobre 2014 un articolo dal titolo “Mondragone. La Magistratura pronta ad indagare sulle frequentazioni pericolose degli amministratori locali. Schiappa a cena con Orsi, le imbarazzanti rivelazioni”, corredandolo con una foto dell’allora Primo Cittadino di Mondragone Giovanni Schiappa, nonché con affermazioni dure che invocavano l’intervento della Magistratura.

Il presunto scenario

Poi l’8 ottobre 2014, indicando come fonte il giornale online “CasertaCe”, Zannone scriveva de “La cena imbarazzante e il menu ancora da svelare”, ovvero di un immaginario momento culinario in cui i presunti discorsi sarebbero scivolati su argomenti inerenti gli appalti e le strategie del Consorzio Obbligatorio Intercomunale Ce4, evidenziando la congettura che il giovanissimo Sindaco della Città di Mondragone avesse intimità con le persone coinvolte poi in affari, arresti, pentimenti, omicidi e tutto quant’altro fece da cornice ai fatti del Ce4 e del suo braccio operativo Eco4. Ed ancora in data 12 ottobre 2014, con al centro la foto di Schiappa, sempre sul cartaceo provinciale “La Nuova Gazzetta di Caserta” di Capriglione veniva pubblicato il pezzo denominato “Mondragone. L’esperienza Ce4 non ancora chiusa. Altre cene con menu ancora oscuri” che affermava che sarebbero stati raggiunti da indagini che avrebbero macchiato l’irreprensibilità del momento, in quanto la commistione fra affari e politica con il Ce4 era più complessa ed intrecciata. Il 20 ottobre 2014, invece, sul medesimo quotidiano diretto da Mario Zannone appariva un articolo con il titolo “Primo piano. Gli Orsi e i party in villa. I retroscena. Al party in villa organizzato dagli Orsi c’era anche Giovanni Schiappa, oggi Sindaco di Mondragone. Eco 4 svelate le assunzioni fittizie, i politici e non invitati alla festa dei fratelli Orsi” e sotto un articolo con il seguente attacco “Vicino al banchetto in una foto in bianco e nero emerge la figura del giovanissimo Giovanni Schiappa, oggi Sindaco di Mondragone”, con la pubblicazione – fra le altre – di una sola foto sfocata appunto in bianco e nero che, in realtà, riproduceva la fotografia non di Schiappa bensì di un altro soggetto poi riconosciuto durante le indagini.

Gli altri articoli

In data 21 ottobre, sempre sul quotidiano cartaceo si leggeva “Primo piano. Gli Orsi e i party in villa. L’inchiesta Valente ha raccontato le minacce subite nello studio del professionista a Santa Maria Capua Vetere. Anche il Notaio Decimo al party di Orsi” e in piena pagina sotto la dicitura “Gli ospiti della famiglia Orsi a Baia Domizia” veniva pubblicata la stessa foto in bianco e nero già apparsa il giorno prima, con la dicitura “Il Sindaco di Mondragone Giovanni Schiappa (immagine in realtà riproducente la foto di un altro soggetto poi con precisione individuato) e riportando nel corpo dell’articolo “tutti a prendere le distanze ma dal video della festa di cui abbiamo estrapolato la foto emerge il legame che questi avevano con gli imprenditori e che hanno rinnegato” Infine, il 05 novembre 2014, con l’articolo dal titolo “Camorra. Gravi sospetti di infiltrazioni camorristiche per alcuni Comuni. Amministrazioni in mano ai clan, indagini DDA” e poi all’interno dell’articolo posto al di sotto “…addirittura a Mondragone scopriamo che un giovane politico come Schiappa, oggi Sindaco, è andato a pranzo con gli Orsi”.

Una reputazione offesa e l'assoluzione

Il tutto offendeva letteralmente la reputazione di Giovanni Schiappa, con l’aggravante della commissione del fatto con il mezzo della stampa; all’esito del giudizio ordinario del primo grado dinanzi il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in composizione monocratica che dava ragione a Schiappa, la sentenza di condanna emessa il 28 marzo 2023 veniva appellata da Zannone. Il Procuratore generale chiedeva la conferma della sentenza di primo grado e Schiappa, parte civile rappresentata dall’Avv. Alberto Tortolano, pur chiedendo la declaratoria di estinzione dei reati per intervenuta prescrizione, ribadiva la conferma delle statuizioni civili disposte in primo grado e la condanna di Mario Zannone, difeso dall’Avv. Pasquale Baldascino, alla rifusione delle spese di costituzione e rappresentanza in favore appunto della parte civile. I motivi di appello con cui la difesa ha chiesto l’assoluzione dell’imputato Zannone sono stati ritenuti infondati e non meritevoli di accoglimento, così come i motivi con cui la difesa ha chiesto l’applicazione della scriminante del diritto di cronaca e, quindi, sono state confermate le statuizioni civili disposte in primo grado e la condanna alla rifusione delle spese sostenute dalla costituita parte civile nel giudizio di appello. In definitiva, come già evidenziato dal Giudice di prime cure, Mario Zannone aveva avanzato mere illazioni sul conto di Schiappa, del tutto scollegate da qualsiasi elemento fattuale o investigativo, atte a screditare la persona di Giovanni Schiappa e a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica, senza alcun approfondimento proprio di una seria inchiesta giornalistica, avvalendosi di espressioni ambigue ed insinuanti.