antica cittadella
antica cittadella
Il blitz dei carabinieri nel Casertano
Il blitz dei carabinieri nel Casertano

LUSCIANO - Sono 102 le persone indagate e altrettanti i decreti di perquisizione emessi dai pubblici ministeri Gerardina Cozzolino, Oriana Zona e Gionata Fiore della Procura di Santa Maria Capua Vetere, al termine di una complessa indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza. 

Smantellata rete criminale

Le forze dell’ordine hanno smantellato una rete criminale specializzata in truffe alle assicurazioni attraverso la simulazione di incidenti stradali mai avvenuti.

Le indagini, coordinate in sinergia con la Procura di Roma, hanno fatto emergere un articolato sistema illecito in cui alcuni avvocati svolgevano un ruolo centrale nella gestione dei falsi sinistri, supportati da una fitta rete di collaboratori e professionisti che rafforzavano il vincolo associativo.

I nomi

A capo dell’associazione a delinquere è risultato l’avvocato Giuseppe Luongo, 38 anni, di San Cipriano d’Aversa, coadiuvato dalla moglie Luigia Daniela Conte e da altri legali: Gabriele Calderone, Giancarlo Salzillo, Salvatore Santagata e Pasquale De Rosa. Il gruppo si avvaleva di veicoli intestati a prestanome, spesso non assicurati o non marcianti, per inscenare i finti incidenti, avvalendosi anche della complicità dell’agenzia Rafer srls e dell’autodemolitore di Antonio Prova.

Il reclutamento dei finti conducenti, danneggiati e testimoni oculari era affidato a Vito Bianco, alla moglie Ester Coppola e a una rete di collaboratori fidati. Spesso venivano utilizzati documenti falsi o intestati a terzi, forniti da Antonio Piazza. In mancanza di medici compiacenti interni, venivano prodotti falsi certificati medici per simulare lesioni e prolungamenti della malattia.

Il ruolo dei medici

Un ruolo chiave lo svolgevano anche tre medici consulenti tecnici d’ufficio (CTU) nominati dal giudice di pace di Santa Maria Capua Vetere: Danilo Lisi, Gianluigi Di Stasio e Luigi D’Amico, che in cambio di tangenti rilasciavano false perizie a sostegno delle richieste risarcitorie.

I risarcimenti versati dalle compagnie assicurative finivano nelle mani degli avvocati coinvolti, che prelevavano ingenti somme in contanti dall’ufficio postale di Lusciano grazie alla complicità del vicedirettore Orazio Maccarone. Il denaro veniva poi riciclato e reinvestito, anche attraverso bonifici fittizi gestiti da Alfonso Conte, fratello di Luigia Daniela Conte.

Le indagini hanno infine coinvolto altri due legali, Michele Zagaria e Bruno Aurora, che avrebbero pagato mazzette fino a 2.000 euro per ottenere perizie favorevoli nei confronti dei loro assistiti nei contenziosi contro Uci Scarl e Alliance.

Un’indagine che mette in luce un sistema criminale strutturato, capace di ingannare istituzioni e compagnie assicurative attraverso una rete capillare di complicità e corruzione.