Truffa del finto lavoro: "Versati 8500 euro, mi hanno portato a chiacchiere"
Il drammatico racconto del padre della vittima in Tribunale. Sotto processo 4 indagati per aver promesso un posto alla Laminazione Sottile

MADDALONI (Lucia Sforza) - Ha preso il via presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dinanzi al giudice monocratico Antonio Riccio, il processo a carico di quattro persone accusate di truffa in concorso.
Truffa del finto lavoro: "Versati 8500 euro, mi hanno portato a chiacchiere"
L'accusa è di aver promesso a un giovane di 28 anni di Maddaloni, P.F., un fantomatico posto di lavoro a tempo indeterminato presso l’azienda Laminazione Sottile di San Marco Evangelista, in cambio di denaro e dietro esibizione di falsa documentazione. Le indagini della Procura hanno ricostruito che il raggiro sarebbe durato dal luglio al dicembre 2020.
Il racconto del padre della vittima in Tribunale. Sotto processo 4 indagati per aver promesso un posto alla Laminazione Sottile
A testimoniare in aula è stato il padre della vittima, che ha spiegato l’incontro con i truffatori: “Conosco Massimo Letizia perché me ne parlò mio figlio per un aiuto a entrare nell’azienda... in cambio di 3000 euro”. Il genitore ha poi dettagliato le numerose dazioni di denaro, arrivando a versare una somma totale di 8.500 euro:
- Prima consegna: Avvenuta nel giugno 2020 a Massimo, Alfonso e Roberto.
- Seconda tranche: Pochi giorni dopo la prima, 1.000 euro consegnati a Roberto, in presenza di Massimo, per fare "regali" a chi doveva favorire l'assunzione.
- Terza tranche: 1.200 euro dati a Nicola e Massimo in un bar a Caserta.
- Quarta dazione: 800 euro, sempre a Caserta.
- Quinta dazione: 1.300 euro a Maddaloni, in presenza di Massimo e Nicola.
- Sesta consegna: 700 euro per un presunto certificato, con la vittima portata persino a Torre Annunziata per una finta visita medica.
La garanzia: documenti falsi e la figura del garante
Nonostante le numerose richieste di denaro, i primi dubbi sorsero quando l'assunzione tardava ad arrivare. “Iniziai a chiedere spiegazioni a Massimo Letizia, gli chiesi ma mio figlio quando va a lavorare? Sto cacciando tutti questi soldi e ancora nulla,” ha raccontato il padre. Per placare le preoccupazioni, gli indagati inviavano sul cellulare del 28enne documenti per l’assunzione e una lettera di preassunzione, che momentaneamente rincuorò il genitore. Inoltre, Massimo Letizia portò il padre della vittima da Aldo Colamatteo, titolare di un’autoscuola a Caserta, che si propose come garante, assicurando che il figlio sarebbe stato assunto entro l’anno.
La denuncia: "Mi stavano portando solo a chiacchiere"
Quando l'assunzione non arrivò entro i termini promessi, il padre e il figlio si resero conto della truffa e minacciarono di denunciare l'accaduto. A questo punto, il garante, Colamatteo, contattò la vittima. "Era gennaio 2021 che Colamatteo mi chiamò... e mi disse di non fare nessuna denuncia e che entro marzo mi avrebbe fatto avere tutti gli 8500 euro versati", ha testimoniato l'uomo. Tuttavia, dopo aver atteso invano, il padre si è reso conto della manovra dilatoria: "Mi sono accorto che mi stavano portando solo a chiacchiere", ha concluso, sporgendo finalmente denuncia presso il commissariato di Maddaloni.
Gli imputati: sotto processo quattro residenti del casertano
Sono finiti sotto processo e dovranno difendersi dalle accuse di truffa: Massimo Letizia, 55enne di Santa Maria Capua Vetere; suo figlio Alfonso Letizia, 31enne di Cervino; Nicola Vassallo, 53enne di Casaluce; e Roberto Gagliardi, 50enne di Santa Maria Capua Vetere. L'udienza è stata aggiornata al prossimo aprile per l'escussione del titolare dell'autoscuola Colamatteo e di ulteriori testi della Procura. La difesa è affidata agli avvocati Alberto Coppo, Nicola Leone, Pasquale Daniele Delle Femmine e Francesco Gioia.