Sanità pubblica in crisi: 12 dimissioni in blocco tra medici e operatori
Turni insostenibili, stipendi bassi e zero risposte: cresce la fuga verso il privato

CASERTA (Lucia Sforza)- Dodici professionisti hanno lasciato il proprio incarico nel giro di poche settimane, causando un buco drammatico nell’organico. Le dimissioni sono volontarie ma sintomo di un malessere profondo.
Figure chiave abbandonano il servizio
Tra gli addii figurano tecnici della prevenzione, educatori, medici veterinari, pediatri e personale amministrativo. Si tratta di ruoli fondamentali per la gestione quotidiana dei servizi sanitari.
Via anche dirigenti e specialisti
Particolarmente pesanti le dimissioni di dirigenti medici, tra cui oncologi, psichiatri e veterinari. Professionisti con anni di esperienza scelgono di andarsene per l’impossibilità di lavorare in condizioni sostenibili.
Turni estenuanti e carenze strutturali
I sindacati denunciano da tempo un contesto fatto di reparti scoperti, carichi di lavoro insostenibili, infrastrutture inadeguate e concorsi pubblici deserti. La situazione peggiora di mese in mese.
Il privato diventa rifugio
Molti scelgono il privato o l’estero attratti da stipendi più alti e carichi di lavoro più umani. Una scelta quasi obbligata per chi vuole continuare a fare il proprio lavoro senza crollare.
Rischio collasso se non si interviene subito
La crisi non è isolata: riguarda tutto il sistema sanitario nazionale. Senza interventi rapidi e seri — tra assunzioni straordinarie e nuove politiche — il rischio è il collasso dei servizi essenziali.