Settanta quintali di rame rubati in otto mesi: fratelli ladri restano ai domiciliari
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dei legali. L'illecito guadagno sarebbe di oltre 50mila euro

AVERSA - La Corte di Cassazione, presieduta dalla settima sezione e guidata da Angelo Caputo, ha respinto il ricorso presentato dai fratelli Gianfranco e Francis Trevor Fabozzi, accusati di numerosi furti aggravati di materiale metallico e autoriciclaggio.
Confermati i domiciliari
I due, di 41 e 40 anni, originari di Aversa ma domiciliati a Benevento, si sono visti confermare la misura degli arresti domiciliari, già disposta dal tribunale delle Libertà di Ancona.
Secondo le indagini, i fratelli Fabozzi, giunti nell’alto Maceratese per lavorare alla ricostruzione post-sisma, avrebbero messo a segno un vero e proprio raid di furti di rame tra ottobre 2023 e febbraio 2024. Le loro vittime sono state strutture turistiche, case private e cimiteri, da cui i due avrebbero prelevato ben 70 quintali di rame, guadagnando circa 50.000 euro. I carabinieri, dopo aver posto sotto sorveglianza i veicoli dei sospetti, hanno utilizzato dispositivi GPS per tracciare i loro spostamenti e accertare che i fratelli si trovavano sempre nelle zone colpite dai furti. In totale, i due devono rispondere di 46 episodi di furto.
L'istanza della difesa respinta dalla Corte
Nella sua istanza alla Corte, la difesa dei Fabozzi ha sollevato vizi di legge e motivazione, contestando la valutazione dei gravi indizi di colpevolezza da parte del tribunale del Riesame. Gli avvocati hanno anche sottolineato che l’attività imprenditoriale dei fratelli riguardava lo smaltimento di materiali ferrosi non riutilizzabili, cercando di giustificare le condotte contestate come parte del loro lavoro nei cantieri. Tuttavia, la Cassazione ha respinto il ricorso, ritenendo sufficienti le prove raccolte dagli inquirenti, tra cui la presenza dei fratelli nei luoghi e negli orari dei furti, la rivendita immediata del rame rubato e l’avvistamento diretto da parte della polizia mentre smontavano grondaie in una proprietà privata.
La sentenza della Cassazione ha quindi confermato la misura cautelare degli arresti domiciliari per i due fratelli, che dovranno rispondere delle loro azioni nelle prossime fasi del processo.