Blitz della Mobile, sgominata banda di ladri: tra loro un casertano
Il gruppo, responsabile di decine di furti, è stato beccato con refurtiva e materiale da scasso
CASERTA – La Squadra Mobile di Padova ha individuato e disarticolato una banda di ladri albanesi autori nei giorni scorsi di decine di furti a Padova e provincia, che si erano spostati poi in un covo in provincia di Pordenone dove avrebbero continuato le loro attività.
Indagini immediate
Le indagini della Polizia Giudiziaria erano state innescate proprio dai numerosi furti in abitazione che si erano registrati in Città e comuni limitrofi, ed hanno consentito di individuare nell’arco di pochissimi giorni l’autovettura usata ed il covo dei ladri. In particolare, gli investigatori della Squadra Mobile hanno subito individuato l’autovettura di grossa cilindrata, intestata ad un prestanome, che veniva utilizzata dalla banda per compire i suoi colpi. I malviventi agivano, dicono gli inquirenti, con estrema professionalità, adottando di volta in volta ogni artificio utile ad impedire la loro identificazione alla quale si è giunti, infatti, solo dopo l’irruzione nel covo in provincia di Pordenone. Gli agenti, individuata la vettura, hanno analizzato i percorsi stradali “secondari” utilizzati fino a giungere al covo dei banditi nel quale hanno potuto recuperare la refurtiva di furti commessi gli ultimi due giorni in provincia di Pordenone: gioielli, monili d’oro e d’argento per un valore di circa 200.000 euro, oltre a migliaia di euro in denaro contante.
La tecnica
Con l’autovettura i ladri raggiungevano la zona prescelta per il colpo, che veniva perlustrata a piedi alla ricerca delle abitazioni valutando i serramenti da forzare più facilmente. Anche l’abbigliamento era sempre lo stesso ed un tassello dopo l’altro, con l’ausilio delle telecamere di videosorveglianza i Poliziotti li hanno pedinati sino alla loro base logistica che da qualche giorno era stata fissata in una struttura ricettiva della provincia di Pordenone.
Sgominata la banda
Coordinatesi le due Procure territorialmente competenti, nella notte tra mercoledì e giovedì della settimana scorsa, una quindicina di poliziotti della Squadra Mobile di Padova con l’ausilio dei colleghi della Squadra Mobile di Pordenone hanno fatto fermato i quattro banditi, tutti di nazionalità albanese, appena rientrati da una delle loro razzie. Uno dei ladri, aveva organizzato la sua stanza posizionando il letto in modo tale da potersi dare alla fuga tramite e, una volta scoperti, è proprio così che tentava di allontanarsi, fermato però dai poliziotti in borghese.
Questi era un albanese di 25 anni, in Italia dal 2018 e senza alcun precedente penale, con una residenza fittizia in provincia di Caserta, ma di fatto senza alcuna stabile dimora. Oltre a lui, un un conterraneo 35enne, in Italia dal 2005, già arrestato due volte nel 2012 per furti in appartamento e nel 2023 per possesso di arnesi atti allo scasso, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi. Un altro è un 34enne connazionale dei primi due, in Italia dal 2018, già arrestato nel 2023 e 2024 per furti in appartamento commessi in Veneto, ricercato perché destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere relativa ad un procedimento penale instaurato per furti in abitazione presso il Tribunale ordinario di Teramo. Il quarto schipetaro arrestato, è un 36enne in Italia dal 2013, con tre diversi nomi dichiarati alla Polizia durante i numerosi controlli; un arresto nel 2011, uno nel 2013 ed uno nel 2021, tutti per furti in appartamento, ricercato in quanto destinatario di un mandato di cattura relativo ad una condanna a due anni e mezzo da scontare in relazione ad altri episodi simili, circa una quarantina, commessi in tutto il triveneto nel 2021. Nel covo i poliziotti hanno trovato gli strumenti da lavoro utilizzati dalla banda (vedi foto di copertina)per depredare ville e appartamenti: un “flessibile” di grosse dimensioni con dischi, punte e lame di ricambio per entrare negli alloggi; cacciaviti, pinze di vario tipo; radioline ricetrasmittenti utilizzate per tenersi in contatto durante i furti, ed evitare di essere localizzati. Numerosi i gioielli, anche con pietre preziose, monili d’oro e d’argento, oltre al denaro contante nascosto all’interno dell’appartamento usato come base logistica, sono stati sottoposti a sequestro saranno restituiti quanto prima all’Autorità giudiziaria.
Ad ogni buon conto, avvertono dalla Questura di Padova, non si fermano le indagini nei confronti dei quattro albanesi, al fine di risalire a tutti gli altri episodi da loro commessi nelle ultime settimane in Veneto e ai possibili ricettatori. Ora i quattro lestofanti sono ristretti nel carcere di Pordenone a disposizione dell’autorità giudiziaria.

