Casalesi, carcere duro confermato per il boss Zagaria
Respinto il ricorso per il 68enne dei Casalesi: resterà al 41bis. Secondo la Cassazione non ha dimostrato distacco con il clan

CASAL DI PRINCIPE (Lucia Sforza). Nessuno spiraglio per Vincenzo Zagaria: il boss 68enne del clan dei Casalesi resterà al 41bis. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai suoi legali contro la proroga del regime di carcere duro, disposta dal Ministero della Giustizia nel novembre 2023 e confermata dal Tribunale di Sorveglianza di Roma lo scorso marzo.
Casalesi, carcere duro confermato per il boss Zagaria
I giudici hanno condiviso le valutazioni dei colleghi di merito, respingendo le tesi difensive che parlavano di una presunta mancanza di motivazione e della necessità di rivalutare la pericolosità attuale del detenuto. Secondo la Suprema Corte, le motivazioni fornite dai magistrati romani sono state “logiche, congrue e prive di vizi”, basate su elementi concreti che attestano la persistente operatività del clan di riferimento e, soprattutto, l’assenza di dissociazione da parte di Zagaria.
Respinto il ricorso per il 68enne: resterà al 41bis. Secondo la Cassazione non ha dimostrato distacco con il clan
Nel testo della decisione, la Cassazione evidenzia come il boss non abbia mai interrotto i legami con l’organizzazione criminale né mostrato segni di un reale distacco. Un elemento ritenuto sufficiente, secondo la giurisprudenza consolidata, per giustificare la proroga del carcere duro anche in assenza di nuovi reati o episodi recenti. Il regime speciale resta quindi giustificato da una pericolosità “non neutralizzata” dalla condotta del detenuto.