Due movimenti casertani tra i promotori di una Rete di amministratori locali
Si tratta di Lèp e Polity Design che hanno presenziato all'evento di Trieste

CASERTA - Lèp e Polity Design hanno partecipato alla prima assemblea della Rete di Trieste: non un partito, ma qualcosa di più. Una rete trasversale di amministratori, e non solo, di ispirazione cattolica, nata a Trieste, alle ultime Settimane Sociali, e che Polity Design ha contribuito a fondare partecipando fin dal primo incontro.
Da ogni Regione d’Italia sono arrivati a Roma oltre 400 amministratori locali, riuniti nella sala della Domus Mariae, sede storica di tante iniziative democristiane e del mondo cattolico. Amministratori locali, esponenti di associazioni e movimenti cattolici che vivono quotidianamente il territorio, città e provincia, e che ne conoscono problematiche, esigenze, ma anche punti di forza.
I due movimenti casertani
Anche il movimento di azione civica Lèp “Libertà è partecipazione” e la Scuola di classe dirigente “Polity Design” sono stati tra i partecipanti e i promotori della rete. A rappresentare Lèp a Roma i coordinatori Melissa Bonafiglia, Vincenzo Capuano e Alessandro Diana. La giovane attivista Bonafiglia e l’avvocato Diana hanno coordinato anche i lavori di gruppo, che si sono svolti nella serata di venerdì 14 febbraio, in qualità di facilitatori. Lavori di gruppo in linea con la mission della Rete, quella di assicurare condizioni di protagonismo diffuso. Mentre per Polity Design è stata all’assemblea l’avvocato Monica Ippolito.
«Aver partecipato all’incontro della Rete di Trieste a Roma – spiega Luigi Ferraiuolo, fondatore di Lèp e di Polity Design – con la scuola del disegno delle relazioni Polity Design e con il movimento di azione civica Lèp, nato da un gruppo di ex allievi di Polity, ma autonomo e con un percorso ormai tutto proprio, è una grande novità per Terra di Lavoro, perché il mondo cattolico si fa protagonista non con dei singoli ma con un collettivo, pronto a intervenire e lavorare sul territorio nazionale. Vediamo con grande favore il nuovo attivismo del nostro mondo che nasce dalla spinta di Papa Francesco, per cui preghiamo, e dei vescovi italiani».
All'incontro di Roma hanno preso la parola politici nazionali e locali di diversa connotazione politica, ma che hanno in comune il riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa e percorsi formativi all'interno di associazioni e movimenti cattolici. Presenti anche i rappresentanti delle principali organizzazioni laicali ecclesiali.
Cos'è la Rete di Trieste?
Cos’è la “Rete di Trieste”? A questa domanda ha risposto Francesco Russo – uno degli attivisti della Rete, Vice Presidente del Consiglio regionale del Friuli e promotore del primo incontro – con la metafora dell’ornitorinco. L’ornitorinco è l’animale che sfugge di più alle classificazioni: becco e zampe d’anatra, corpo di un castoro, senza etichette. La Rete di Trieste condivide con l’ornitorinco l’assenza di classificazione. Al di là dei partiti e della logica del bipolarismo, c’è la volontà di creare uno spazio di “democrazia del noi” aperto al dibattito e al confronto costruttivo.
«La Settimana sociale ha rappresentato un momento di svolta e di risveglio per quanto riguarda l'impegno dei credenti in politica – spiega Francesco Russo, vice presidente del Consiglio regionale del Friuli e promotore del primo incontro - La nostra rete sarà un luogo di confronto trasversale in cui porre un argine agli effetti deleteri di un bipolarismo esasperato. Non è un partito né una corrente né una lobby, ma un luogo realmente innovativo in cui cercare una risposta alla crisi dei partiti e della democrazia».
La rete ora si darà una Carta d'identità, una governance snella e bipartisan con sorteggio e un obiettivo: presentare in cento città, in contemporanea, una proposta di buona amministrazione.