Un milione di euro nascosto tra freezer e camini: smantellata rete da 24 milioni di euro
29 misure cautelari tra carcere, domiciliari e interdizioni per una maxi truffa fiscale: coinvolti imprenditori

SAN CIPRIANO/CASAL DI PRINCIPE/TEVEROLA – Freezer e camini utilizzati come nascondigli per un milione di euro in contanti, orologi di lusso e perfino un lingotto d’oro da un chilo: è quanto hanno rinvenuto la Guardia di Finanza di Bologna e la Polizia di Stato nell’ambito di una vasta operazione contro una rete criminale dedita a frode fiscale e riciclaggio di denaro.
L’inchiesta, partita da una segnalazione della Polizia Postale per movimenti bancari sospetti su un conto attivato di recente, ha portato a galla un sistema truffaldino con base in Emilia-Romagna e Campania, capace di generare un volume d’affari illecito di circa 24 milioni di euro in cinque anni.
Le misure cautelari
Nel dettaglio, l’operazione ha condotto a:
1 arresto in carcere
1 arresto ai domiciliari
10 obblighi di firma
24 interdizioni dall’attività imprenditoriale per 12 mesi
Tra i principali indagati:
Cipriano Barbato (in carcere)
Franco Cristiano (ai domiciliari)
Obbligo di firma per Giovanni Serao, Salvatore Folmi, Bartolomeo Diana, Luigi Russo, Angelo Vitale, Ernesto Del Villano, Giuseppe D’Angelo, Giuseppe Piccolo, Patrizia Frasca e Antonio Pannullo
Interdetti dalla gestione aziendale anche Giovanni Battista Lapolla, Regina Claudia Dos Santos e i Cacciapuoti, tra gli altri
Il sistema fraudolento
Secondo gli inquirenti, il gruppo aveva creato finte imprese emittenti di fatture false, utilizzate da aziende reali – soprattutto nel settore edilizio – per ottenere vantaggi fiscali. I fondi, poi restituiti in contanti grazie a legami con organizzazioni criminali campane, venivano “ripuliti” e nascosti in luoghi insospettabili.
Le città coinvolte
L’operazione ha interessato numerosi centri, tra cui:
Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna, Rimini, Forlì, Reggio Emilia, Mantova, Napoli e Caserta, con l’intervento del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e delle unità informatiche specializzate della Polizia.
Un’indagine capillare che ha svelato un intreccio tra evasione, criminalità organizzata e imprenditoria corrotta, dove freezer e camini sono diventati simbolo della ricchezza illecita accumulata.