"Stesa" con 5 colpi di pistola esplosi dall’auto: 4 arresti. I NOMI
I fatti lo scorso 19 marzo a Falciano del Massico: sono gravemente indiziati, in concorso tra loro, dei reati di detenzione e porto abusivo in luogo pubblico di arma da fuoco e minaccia aggravata

MONDRAGONE / FALCIANO DEL MASSICO (Lucia Sforza) – In Mondragone, Falciano del Massico e Castellina in Chianti (SI), i Militari del Reparto Territoriale Carabinieri di Mondragone hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di 4 indagati, gravemente indiziati, in concorso tra loro, dei reati di detenzione e porto abusivo in luogo pubblico di arma da fuoco, minaccia aggravata.
"Stesa" con 5 colpi di pistola esplosi dall’auto: 4 arresti. LEGGI TUTTI I NOMI
Quattro sono stati gli arresti. Sono stati portati in carcere, ieri mattina, Luigi Fragnoli, 49enne, già condannato per mafia (è il fratello del boss Giacomo) e Carlo D’Annolfo, 47enne, entrambi di Mondragone. Ai domiciliari, invece, Angelo D’Annolfo, 19enne, figlio di Carlo e residente a Falciano del Massico, e Vincenzo Pio Carro, 19enne di Quarto. Gli indagati, con ruoli diversi, stando a quanto ricostruito dall’accusa, mentre erano a bordo di un’auto (Alfa Romeo), transitando in via Eucalipti, avrebbero esploso in aria cinque colpi d’arma da fuoco precisamente colpi di pistola.
I fatti avvenuti lo scorso 19 marzo a Falciano del Massico
Le attività investigative hanno avuto origine da quanto accaduto durante la notte del 19 marzo u.s., allorquando in Falciano del Massico, da un’autovettura in corsa, furono esplosi cinque colpi di arma da fuoco con le modalità della così detta “stesa”.
Dalle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Mondragone, è emerso che una donna, dopo aver interrotto il rapporto, era stata più volte pedinata e destinataria di frasi minacciose. “O sei mia o di nessun altro”, le avrebbe detto l’ex fidanzato in almeno un’occasione.
Sono indiziati, in concorso tra loro, dei reati di detenzione e porto abusivo in luogo pubblico di arma da fuoco e minaccia aggravata
La raccolta indiziaria, avviata nell’immediatezza, anche mediante l’acquisizione e l’analisi di immagini dei sistemi di video sorveglianza comunali e privati, le perizie balistiche e lo studio dei transiti delle autovetture d’interesse, ha consentito di raccogliere — sebbene nella fase embrionale delle indagini preliminari – gravi indizi nei confronti degli odierni indagati.
Le accuse a carico dei quattro comprendono la detenzione e il porto illegale di armi, l’esplosione di colpi in luogo pubblico e le minacce aggravate. Tutti gli indagati restano comunque presunti innocenti fino a una sentenza definitiva.