antica cittadella
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omicidio della Gatta
omicidio della Gatta

Sentenza ribaltata: assolto Zagaria, condannati Schiavone e Iovine (Lucia Sforza) 

La Corte d’Assise d’Appello ha scritto una nuova pagina nel processo per l’omicidio di Michele Della Gatta, assassinato il 5 giugno 1999. In Appello, Michele Zagaria, noto come Capastorta, è stato assolto, ribaltando la condanna a 30 anni inflitta in primo grado.
Confermate invece le condanne per Vincenzo Schiavone e Antonio Iovine, detto 'o ninno: entrambi giudicati colpevoli e condannati a 30 anni di reclusione

 

Un delitto nel cuore della camorra casertana

Michele Della Gatta era una figura chiave all’interno del clan dei Casalesi: faceva da guardaspalle ai figli di Francesco “Sandokan” Schiavone, storico boss dell’organizzazione. La sua uccisione, secondo l’Antimafia, fu una forma di epurazione interna, per tutelare la famiglia del boss dopo un episodio controverso.


La miccia: la morte di Carlo Amato in discoteca

Il movente risalirebbe alla morte di Carlo Amato, giovane deceduto durante una rissa al Disco Club di Santa Maria Capua Vetere, nel corso di una festa tra studenti del liceo Amaldi. Tra i presenti anche Walter Schiavone, figlio di Sandokan.

Nel caos successivo, iniziarono a circolare voci secondo cui Della Gatta avrebbe avuto un ruolo nell’accaduto o, peggio, non avrebbe protetto adeguatamente Walter. Solo pochi giorni dopo, Della Gatta fu assassinato.


 Le dichiarazioni shock in aula: Schiavone confessa

Durante l’udienza in Appello, Vincenzo Schiavone ha confessato l’omicidio, dichiarando di aver agito su ordine di Antonio Iovine. Questa rivelazione ha inciso pesantemente sulla valutazione della Corte, che ha ritenuto inesistenti le prove a carico di Zagaria, determinandone così l’assoluzione.


 Le richieste dell'accusa e la decisione finale

Il sostituto procuratore generale, nel corso della requisitoria, aveva chiesto la conferma delle condanne inflitte in primo grado per tutti e tre gli imputati. Ma la Corte ha ritenuto valide solo le responsabilità di Schiavone e Iovine, escludendo Zagaria dalla catena di comando.


 Un caso simbolo della faida interna ai Casalesi

L’omicidio di Michele Della Gatta resta un caso emblematico della violenza interna ai clan, dove anche figure fedeli possono diventare sacrificabili. La decisione della Corte evidenzia la complessità dei rapporti di potere all’interno della camorra casalese, tra fedeltà, sospetti e vendette trasversali.