antica cittadella
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CASAL DI PRINCIPE (Lucia Sforza)- Il 28 ottobre 2008 Alfonso Bolognesi, ex maresciallo dei Carabinieri di Pontecagnano Faiano (Salerno), fu arrestato con accuse pesantissime: associazione mafiosa, corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento al clan dei Casalesi, fazione Bidognetti. Secondo l’impianto accusatorio, avrebbe percepito mille euro al mese per passare informazioni riservate e favorito frodi assicurative tramite false denunce di furto d’auto.

La condanna e la svolta in revisione

Processato con rito abbreviato, fu condannato e scontò la pena. Ma nel 2021 arrivò la svolta: grazie a nuove prove emerse in sede di revisione, la Corte lo assolse con sentenza definitiva, demolendo l’intero impianto accusatorio.

La richiesta di riparazione

Dopo l’assoluzione, Bolognesi chiese l’indennizzo per errore giudiziario. La Corte d’Appello di Roma riconobbe il diritto ma decurtò del 50% la somma, contestandogli una presunta colpa grave per non aver reso dichiarazioni difensive e per aver scelto il rito abbreviato “secco”.

La Cassazione ribalta tutto

La Suprema Corte, con sentenza firmata dal relatore Ubalda Macrì e presieduta da Vito Di Nicola, ha bocciato la decisione: il silenzio dell’imputato e le scelte processuali non possono costituire colpa ostativa all’indennizzo. La condanna, infatti, era basata su dichiarazioni di collaboratori di giustizia e su intercettazioni tra terzi.

Le incongruenze sul danno biologico

I giudici hanno censurato anche il calcolo del danno biologico: la Corte d’Appello aveva assorbito l’invalidità temporanea parziale in quella permanente, senza fornire alcuna motivazione adeguata.

Il ricorso del MEF respinto

Parallelamente, la Cassazione ha dichiarato infondato il ricorso del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che aveva contestato l’aumento del 50% dell’indennizzo con criterio equitativo.

Le implicazioni del caso

Ora la Corte d’Appello dovrà rideterminare l’entità dell’indennizzo spettante all’ex maresciallo. La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la colpa grave dell’imputato può incidere sull’indennizzo solo se ha avuto un ruolo esclusivo nella genesi dell’errore giudiziario.