Blitz della finanza nel calzaturificio clandestino: l'imprenditore risultava disoccupato
Trovati anche due operai in nero mentre sono stati contestati reati di tipo ambientale

LUSCIANO. Un’operazione eccezionale svolta dai finanzieri del Comando Provinciale di Caserta ha portato alla luce una situazione allarmante a Lusciano, dove un uomo, dichiarato disoccupato e beneficiario dell'indennità Naspi, si rivelava in realtà il titolare di un calzaturificio abusivo. Tale scoperta ha non solo scosso le autorità locali ma ha anche messo in evidenza le problematiche legate alla sicurezza e alla salute pubblica, che nella cosiddetta "Terra dei Fuochi" sono sempre più critiche.
Blitz della finanza nel calzaturificio clandestino: l'imprenditore risultava disoccupato
L’intervento delle Fiamme Gialle ha avuto inizio con la segnalazione di attività sospette. Gli agenti hanno prontamente individuato l'opificio clandestino, unico responsabile della creazione di calzature di dubbia provenienza. Al suo interno, due lavoratori erano stati impiegati in nero, una condizione che viola gravemente la normativa sul lavoro e mina i diritti dei lavoratori stessi. I controlli hanno rivelato che il titolare dell’azienda non solo operava senza le necessarie autorizzazioni per l’emissione dei fumi tossici generati dalla lavorazione dei pellami, ma non rispettava nemmeno le leggi riguardanti lo smaltimento dei rifiuti speciali prodotti nel processo produttivo.
Trovati anche due operai in nero mentre sono stati contestati reati di tipo ambientale
Gli accertamenti condotti hanno dimostrato che l'imprenditore stava approfittando dello Stato, percependo indebitamente l'indennità di disoccupazione mentre gestiva un'attività commerciale prospera e illegale. Tale comportamento ha portato alla sua denuncia a piede libero alla Procura della Repubblica di Napoli Nord per una serie di reati tra cui la gestione illegittima di rifiuti e l’emissione di fumi in atmosfera senza alcuna autorizzazione.
La portata dell'operazione è stata notevole: i militari hanno sequestrato l'intero opificio, che si estendeva su una superficie di circa 200 metri quadrati, insieme a numerosissimi macchinari utilizzati nella produzione di calzature e centinaia di paia di scarpe pronte per la vendita, il tutto considerato come frutto di un'operazione illecita. Inoltre, sono stati rinvenuti svariati contenitori di colla e solventi chimici che, se non gestiti correttamente, avrebbero potuto compromettere ulteriormente la salubrità dell’ambiente. Non meno allarmante la presenza di 150 kg di rifiuti composti da scarti di pellame, un ulteriore segnale di degrado e illegalità.
La posizione dell'imprenditore è stata segnalata anche agli Uffici Ispettivi del Lavoro e all'INPS, onde porre rimedio all'impiego di manodopera non regolare e procedere al recupero delle somme indebitamente percepite a titolo di indennità di disoccupazione. Parallelamente, è stato condotto un controllo fiscale nei confronti dell’impresa, intenzionato a garantire che le imposte evase vengano recuperate.
Questo intervento si colloca all'interno di un più ampio piano di potenziamento da parte della Prefettura di Caserta, volto a contrastare il fenomeno dello sversamento illecito di rifiuti. Grazie alle azioni messe in atto dalle Fiamme Gialle di Aversa, è stata impedita l'immissione incontrollata di fumi dannosi nell'atmosfera, proteggendo così la salute degli abitanti e il territorio circostante.
I risultati ottenuti dimostrano chiaramente come un'azione preventivo-repressiva ben coordinata possa non solo colpire le frodi economiche, ma anche salvaguardare la salute pubblica e combattere l'illegalità ambientale, ponendo le basi per una società più giusta e sostenibile.