Boss di camorra gestiva racket dal carcere con un cellulare: quattro arresti nel Salernitano
Vincenzo Zullo, e altri tre uomini fermati per usura ed estorsione aggravata da modalità mafiose a Cava dè Tirreni.

Lucia Sforza
Il racket gestito dal carcere
Attraverso un cellulare, dal carcere, Vincenzo Zullo, noto come "o' cavallar", capo di spicco del clan omonimo di camorra di Cava dè Tirreni (Salerno), continuava a gestire gli affari illeciti del clan. Grazie a complici esterni che eseguivano i suoi ordini e gli trasferivano i proventi, l’organizzazione ha continuato a imporre il proprio controllo criminale.
Quattro arresti eseguiti dalla Polizia
La Polizia di Stato, con indagini coordinate dal procuratore Giuseppe Borrelli, ha notificato quattro misure cautelari in carcere: oltre a Zullo, sono stati fermati Michele Memoli (anche lui già detenuto), Gerardo Bartiromo e Vincenzo Pellegrino.
Usura ed estorsioni nel mirino
I quattro sono accusati di aver imposto estorsioni a un commerciante nell’ambito di un prestito a tassi usurari concesso anni fa, e di aver costretto con la violenza i gestori di una piazza di spaccio situata nella frazione Santa Lucia di Cava dè Tirreni.
Il quadro giudiziario
Le accuse di usura e estorsione sono aggravate dalle modalità mafiose, un’aggravante che conferma il forte controllo del clan sull’area. Le indagini puntano a disarticolare l’organizzazione criminale e a fermare la sua influenza anche dall’interno del carcere.