Cellula neonazista nel Casertano: presunto capo evaso dai domiciliari a Maddaloni
Maurizio Ammendola ha rotto il braccialetto elettronico e ha abbandonato la sua abitazione dandosi alla fuga

MADDALONI (Lucia Sforza) - Un evento di estrema gravità ha scosso le province di Caserta e Napoli: la fuga di Maurizio Ammendola, presunto capo di un'organizzazione di stampo neonazista e suprematista nota come Nuovo Ordine di Hagal.
Cellula neonazista nel Casertano: presunto capo evaso dai domiciliari a Maddaloni
Ammendola è evaso dagli arresti domiciliari, violando le misure cautelari poco prima del suo trasferimento in carcere, in un contesto che riaccende l'allarme sulla sicurezza e il terrorismo interno in Campania.
Dagli arresti domiciliari alla fuga: la dinamica dell'evasione
L'evasione è avvenuta martedì mattina, nelle prime ore del giorno, nell'abitazione di Ammendola a Maddaloni, in provincia di Caserta. Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo ha agito con premeditazione: ha rotto il braccialetto elettronico che ne monitorava gli spostamenti e si è dato alla fuga, rendendosi irreperibile prima che le forze dell'ordine potessero eseguire l'ordinanza di aggravamento della misura cautelare.
Maurizio Ammendola ha rotto il braccialetto elettronico e ha abbandonato la sua abitazione dandosi alla fuga
L'azione di Ammendola è giunta immediatamente dopo che la Corte di Cassazione aveva ratificato la decisione di inasprire la sua misura cautelare, disponendo il passaggio dagli arresti domiciliari alla detenzione in carcere. L'evaso, condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi di reclusione, ha così anticipato l'intervento delle autorità, alimentando i timori sulle sue intenzioni.
Chi è il "nuovo ordine di hagal": neonazismo e progetti eversivi in Campania
Il Nuovo Ordine di Hagal (NOH) è al centro dell'attenzione delle autorità per le sue attività di proselitismo neonazista e suprematista bianco condotte attivamente nelle aree di Caserta e Napoli. L'organizzazione non era nota solo per la diffusione di ideologie radicali, ma anche per aver progettato atti terroristici sul territorio nazionale.
Tra i piani eversivi più inquietanti, emersi dalle indagini, c'era il progetto di un attentato con colpi di bazooka all'interno di un centro commerciale situato nell'hinterland di Napoli. Questo dettaglio sottolinea la pericolosità del gruppo e la serietà delle minacce che rappresentava per la sicurezza pubblica.
Le condanne del primo grado e la posizione degli altri membri
Il processo di primo grado ha portato alla condanna di quattro membri di spicco del Nuovo Ordine di Hagal, riconoscendone la pericolosità e l'intento eversivo:
-Maurizio Ammendola: Condannato a 5 anni e 6 mesi come presunto capo dell'organizzazione.
-Michele Rinaldi: Condannato anch'egli a 5 anni e 6 mesi.
Gianpiero Testa: Condannato a 3 anni e 6 mesi.
*-Massimiliano Mariano: Condannato a 3 anni.
Queste sentenze hanno evidenziato la gravità dei reati commessi e la necessità di un'azione decisa contro il terrorismo di matrice estremista di destra.
Processo d'appello imminente e rafforzamento delle misure di sicurezza
L'evasione di Ammendola assume particolare rilevanza in vista dell'imminente processo d'appello, fissato per il 7 ottobre.
Fin dal termine del primo grado, la delicatezza delle indagini aveva portato all'assegnazione di una scorta di protezione al pubblico ministero Claudio Orazio Onorati, titolare dell'inchiesta insieme al pm della Direzione Nazionale Antimafia (DNA) Antonello Ardituro e al capo della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo Gianni Melillo.
La fuga di Ammendola, un elemento condannato per terrorismo, ha inevitabilmente sollevato preoccupazioni per l'incolumità del magistrato. Le autorità stanno valutando un potenziale rafforzamento della protezione per il dott. Onorati, che seguirà le udienze del processo d'appello affiancato da un sostituto procuratore generale.
La caccia all'uomo e l'impegno delle forze dell'ordine
Le autorità competenti hanno immediatamente intensificato le ricerche per la cattura di Maurizio Ammendola. Le operazioni si concentrano in particolare nelle province di Caserta e Napoli, le aree dove l'organizzazione era storicamente più attiva. L'obiettivo primario è ripristinare la piena sicurezza sul territorio e scongiurare che l'evaso possa tentare di riorganizzare i restanti membri del Nuovo Ordine di Hagal o mettere in atto ulteriori azioni criminose.
L'evasione del presunto capo della cellula neonazista pone un faro costante sull'attività dei gruppi estremisti in Italia e sulla necessità di mantenere alta la guardia per prevenire qualsiasi forma di terrorismo eversivo.