antica cittadella
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CASERTA - "Ci aspettiamo una sentenza di condanna per lo Stato italiano, riteniamo infatti di aver provato senza ombra di dubbio che sul caso "Terra dei Fuochi" ci sia stata una reiterata violazione dei diritti garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell'Uomo". A parlare alla vigilia della sentenza che sarà emessa dalla Corte Europea dei diritti dell'uomo è l'avvocato Valentina Centonze che ha istruito il caso classificato come "Cannavacciuolo e altri". 

Dieci anni di battaglie legali

Oggi, dopo dieci anni di battaglie legali, è infatti arrivata la notizia di un pronunciamento imminente della Corte europea, attesa per giovedì mattina. Il ricorso riguarda 41 cittadini italiani residenti nelle province di Caserta o Napoli, (Campania), e cinque associazioni campane assistiti oltre che dall'avvocato Centonze del foro di Nola, dall'avvocato Antonella Mascia del foro di Verona, dall'avvocato Ambrogio Vallo del foro di Napoli Nord e dall'avvocato Armando Corsini del Foro di Napoli. "Il caso - ricorda l'avvocato Centonze - riguarda lo scarico, il sotterramento e l'incenerimento di rifiuti, spesso effettuati da gruppi criminali organizzati, nelle zone della Regione Campania note come Terra dei Fuochi, che ospita circa 2,9 milioni di persone". 

Grave aumento dei tumori dopo i sotterramenti

Sversamenti che hanno provocato nella popolazione un grave aumento dei casi di cancro nell'area interessata, roghi di rifiuti tossici e l'inquinamento delle acque sotterranee. Ora l'annuncio della sentenza riaccende la speranza da parte dei ricorrenti che giustizia sia fatta e che la Corte condanni lo Stato italiano riconoscendo che le autorità fossero - così come sostenuto dai querelanti - a conoscenza della fuoriuscita, della sepoltura e dell'incenerimento di rifiuti pericolosi illegali nelle loro giurisdizioni, ma che non abbiano adottato misure per proteggere i cittadini né fornito loro informazioni in merito".