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Truffa sui bonus edilizi
Truffa sui bonus edilizi

CASERTA (Lucia Sforza) - La Procura di Napoli Nord, guidata dal pm Giovanni Corona, ha concluso le indagini preliminari su 215 persone accusate, a vario titolo, di truffa e frode aggravata ai danni dello Stato per l’uso illecito dei bonus edilizi e di altri incentivi fiscali. 

 

Frode milionaria sui bonus edilizi, 215 indagati: truffa da 28 milioni

L’inchiesta, durata oltre due anni e condotta in collaborazione con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, ha svelato un meccanismo ramificato basato sulla creazione e cessione di crediti d’imposta inesistenti. Le indagini si concentrano principalmente nelle province di Caserta e Napoli, dove sarebbero state create numerose società di comodo e partite Iva fasulle per simulare lavori mai eseguiti.


Il meccanismo: aziende fantasma e bonus gonfiati


Il sistema fraudolento operava su più livelli. Molte delle aziende coinvolte, alcune delle quali risultavano "evasori totali", non avevano alcuna attività reale o operavano in settori totalmente estranei all’edilizia. I crediti, pur in assenza di fatture o bonifici, venivano comunicati all’Agenzia delle Entrate come "certificati". Oltre al Superbonus 110% e al Bonus Facciate, l’inchiesta ha fatto emergere irregolarità anche per bonus minori, come il Bonus Affitti, utilizzato per locazioni di immobili inesistenti.


Concluse le indagini anche nel Casertano: scoperto un sistema di crediti fittizi e società "fantasma": nomi e le cifre record


Tra le posizioni più clamorose spicca quella di Raffaele Arrichiello (52 anni, di Casal di Principe), accusato di aver generato crediti fittizi per oltre 28 milioni di euro relativi a lavori mai realizzati. Cifre milionarie anche per altri indagati: Vincenzo Aprea (12,6 milioni), rappresentante di una società di commercio auto priva di redditività, e Salvatore Badami (10,6 milioni di euro). Tra gli indagati figurano anche soggetti già noti alle forze dell'ordine per precedenti legati a spaccio e rapine.


Lo schema: monetizzare i crediti tramite intermediari


Secondo gli inquirenti, lo schema era sempre lo stesso: dichiarare lavori edilizi inesistenti, creare crediti d’imposta falsi e cederli a società o intermediari compiacenti (anche tramite banche o Poste Italiane) per monetizzare rapidamente le somme. La fase pandemica e la rapidità con cui furono introdotti gli incentivi avrebbero favorito il proliferare di imprese "fantasma", capaci di sfruttare le falle nei controlli. A facilitare il processo erano spesso dei prestanome, che avrebbero ricevuto solo una minima parte dei presunti guadagni illeciti.


Il futuro dell’inchiesta: richieste di rinvio a giudizio


La Procura di Napoli Nord punta a far luce su quella che rischia di diventare la più grande truffa fiscale dell’ultimo ventennio. Nel collegio difensivo compaiono numerosi legali. Tutti gli indagati, è bene precisarlo, sono da considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva di condanna. Il pm Giovanni Corona dovrà ora decidere per quali posizioni richiedere il rinvio a giudizio, avviando così la fase processuale. Il caso si inserisce in un contesto nazionale più ampio, dove le frodi legate ai bonus edilizi hanno superato i 13 miliardi di euro in tutta Italia.