Matacena in difficoltà, l'opposizione si riunisce in piazza: "Il sindaco di dimetta"
Clima infuocato in città dopo la mozione di sfiducia all'assessore Diana

AVERSA – E’ una situazione incandescente quella che sta vivendo in questi giorni il sindaco Matacena.
La mozione di sfiducia
La sua amministrazione si trova a dover fare i conti con dei forti contrasti interni, resi evidenti dalla mozione di sfiducia passata in Consiglio Comunale di Aversa contro l’assessore all’Ambiente Olga Diana, con 19 voti a favori e soli 6 contrari, che sono diventati naturalmente anche l’arma principale dell’opposizione.
Il grido dell'opposizione in piazza
Sono proprio gli anti Matacena i protagonisti di queste ore. Sembra davvero univoco il grido che si alza dai banchi dell’opposizione e non solo che chiede la fine dell’esperienza politica portata avanti dal primo cittadino. I principali artefici di questa campagna sono due partiti: il Pd ed il Movimento 5 Stelle che insieme hanno presieduto un’assemblea pubblica che si è svolta ieri in piazza Don Peppe Diana. Alla manifestazione era presente anche il consigliere Mario De Michele de “La Politica Che Serve”
Le dichiarazioni
“Signor Sindaco, faccia la cosa giusta: esca dall’indistinto politico, dalla demagogia del ‘non importa il Partito, facciamo le cose buone per la città’, si dimetta e si torni al voto con coalizioni politiche omogenee. Nella chiarezza”. Con queste parole ha concluso la sua relazione il commissario cittadino del PD di Aversa, Eugenio Marino. Stesso concetto ribadito dal consigliere del PD Marco Girone, che ha illustrato le contraddizioni e lo sfaldamento della maggioranza nel consiglio comunale con l’approvazione della mozione di sfiducia all’assessore Olga Diana. Il commissario Marino e il PD hanno dato voce alla città, facendo intervenire i cittadini aversani presenti in piazza e che hanno chiesto la parola e, tutti, al di là dell’appartenenza politica o meno, hanno sottolineato le inefficienze dell’amministrazione, lo stato di abbandono di Aversa, l’insoddisfazione di vivere una città abbandonata a sé stessa e non governata. Insoddisfazione, mancanza di competenza amministrativa e di un qualsiasi progetto di città che il parlamentare cittadino, Stefano Graziano, ha riassunto definendo questa amministrazione “la peggiore amministrazione del periodo repubblicano di Aversa” e chiedendo anche lui, soprattutto dopo la sfiducia di Diana, le dimissioni del sindaco Matacena e il ritorno al voto. Dopo i tanti interventi dalla platea, ha concluso l’assemblea la commissaria provinciale, la senatrice Susanna Camusso, che ha ribadito come “il civismo di questa amministrazione sia in realtà un indistinto politico che serve per tenere insieme una somma di interessi e che si deve mettere fine a questo metodo”. Ha quindi sottolineato che dopo l’ implosione di questa amministrazione “non ci saranno stampelle da cercare nell’opposizione né cambi di maggioranza e che il sindaco si deve dimettere e tornare al voto, restituendo la parola ai cittadini”.
“La crisi politica che si è aperta ieri in seno all’amministrazione comunale di Aversa, conferma l’assoluta inconcludenza e inadeguatezza della maggioranza consiliare che sostiene il Sindaco Matacena” così dichiara Giuseppe Buompane, Coordinatore Provinciale - Caserta del MoVimento 5 Stelle. “Nei giorni in cui si va compiendo un anno di ‘non amministrazione’ del Sindaco Matacena e della sua giunta, assistiamo all’ennesima rissa fra bande in maggioranza. Si sta mortificando una città come Aversa per assecondare una lotta di potere, tutta interna alla maggioranza, fine a se stessa. Rivolgo un appello al Sindaco che, prima di tutto, è oggi un rappresentante delle istituzioni: metta fine a questo spettacolo indegno, a questa bieca strumentalizzazione dell’istituzione comunale; dal punto di vista politico, prenda atto che la sua maggioranza non esiste più (se mai è esistita) e rassegni le dimissioni. Nel suo magro servizio ai cittadini aversani, conceda almeno a questi ultimi la possibilità di voltare pagina e di chiudere quanto prima un capitolo davvero imbarazzante e scialbo della storia politica della città normanna”, così conclude l’esponente pentastellato.