antica cittadella
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SESSA AURUNCA – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del comitato “San Rocco Bene Comune” sulla questione della chiusura del punto nascite a Sessa Aurunca.

Un Disastro. Un vero disastro. La chiusura del punto nascita del “San Rocco” rappresenta plasticamente il disastro della politica sanitaria su questo territorio – si chiude una pagina di storia: non vi saranno più nati a Sessa Aurunca.”  

Così scrivevamo nel comunicato del 24 maggio scorso. Fummo accusati di fare propaganda politica. Noi, tra i pochissimi ad avere speso tempo, energie e competenze in difesa dei nostri presidi sanitari. Ci fu raccontato di tutte le iniziative già avviate per scongiurare la chiusura del punto nascita. Da allora abbiamo avuto un Consiglio comunale aperto, una proposta di legge regionale che ci riconosce lo status di comune svantaggiato, incontri in regione e, forse, incontri presso il ministero, dei quali non si è capito gran che. 

Eccetto una cosa: sono stati un fallimento. Un fallimento completo, totale e senza appello. 

Punto nascite chiuso

Il punto nascita di Sessa Aurunca è chiuso, assieme a quelli di Piedimonte Matese e Sapri. Speriamo ancora che un po’ di vergogna possa circolare nelle file della nostra classe politica. Ma speranza e fiducia sono regni distinti. Riflettendoci, tuttavia, il fallimento era annunciato. La strategia della deroga perenne che ci spetta in quanto perennemente disgraziati, non poteva essere vincente. Bisognava avere il coraggio di affrontare il cuore della questione: nell’alto Casertano abbiamo più di 2000 parti fatti in convenzione, nelle ottime strutture private del territorio. La nostra ASL, che dovrebbe rivolgersi al privato quando il pubblico da solo non è sufficiente a garantire il servizio, mantiene invece accordi di contratto con le strutture private a danno dei presidi pubblici. Il pubblico si svuota e il privato si riempie: il “medico di fiducia”, gratificato da maggiori incentivi economici, attira le partorienti e “fa i numeri”. Con i soldi pubblici, naturalmente. 

Le soluzioni

Che bisogna fare, dunque? 

 Lo ripetiamo ancora una volta: occorre ritirare o rimodulare gli accordi di contratto con le strutture private, laddove questi siano in danno del pubblico. I punti nascita rappresentano un esempio eclatante: Sessa può raggiungere tranquillamente i 1000 parti, perseguendo questa strada.

Lo si farà?

Gli attori in campo sono tre: la politica, l’ASL, i cittadini.

L’attuale classe politica, senza distinzioni di parte e con qualche sporadica e mozza eccezione, non mostra di sentire questa battaglia. L’ASL di Caserta, negli ultimi anni, ha dimostrato particolare interesse agli appalti e alle costruzioni, ma non alla cura. Speriamo che i nuovi vertici aziendali possano segnare un radicale cambio di passo. Siamo sempre nel campo della speranza.

Restiamo noi cittadini. Siamo pronti a manifestare?