antica cittadella
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Operazione della DIA
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LUSCIANO (Lucia Sforza) - La Corte di Cassazione è intervenuta con una decisione significativa nella lotta alla criminalità organizzata, annullando con rinvio la precedente decisione del Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila

Casalesi: stop alla semilibertà per il ras Luigi Costanzo, annullata la decisione

Il provvedimento riguarda Luigi Costanzo, 58 anni, originario di Lusciano e ritenuto uno dei principali referenti del temuto clan dei Casalesi, fazione Schiavone. Costanzo sta attualmente scontando la pena dell’ergastolo per gravi reati, inclusi omicidi aggravati da finalità mafiose.


La Corte di Cassazione annulla il provvedimento: mancava l'esame approfondito sui legami attivi con il clan


Il provvedimento dei giudici supremi fa seguito al ricorso presentato dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello de L’Aquila. Il ricorso ha evidenziato non solo errori di diritto, ma anche gravi lacune nella motivazione con cui era stata concessa la semilibertà. La Cassazione ha focalizzato l'attenzione sulla mancata corretta valutazione della pericolosità sociale del condannato e, soprattutto, sui suoi eventuali legami ancora attivi con la camorra, un elemento cruciale nelle sentenze di criminalità organizzata.


Ricorso del procuratore generale: lacune nella valutazione di pericolosità. Mancato superamento della presunzione Antimafia


Secondo la Suprema Corte, il Tribunale di Sorveglianza avrebbe dato un eccessivo rilievo al percorso rieducativo seguito da Costanzo e alle iniziative di giustizia riparativa, senza però procedere a un esame approfondito dei pareri contrari provenienti da organi investigativi e giudiziari di alto livello. La Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, la Direzione Nazionale Antimafia, la Questura di Caserta e l’Arma dei Carabinieri avevano infatti unanimemente sottolineato che il clan dei Casalesi è tuttora operativo e che mancano elementi oggettivi a dimostrazione di una reale e definitiva presa di distanza del detenuto dall’ambiente camorristico.


I punti critici: assenza di collaborazione e sostegni finanziari oscuri


Tra i punti critici evidenziati dalla Cassazione che il Tribunale dovrà riesaminare con rigore vi sono:

  • La mancanza di collaborazione di Costanzo con la magistratura (non risultano elementi di pentimento o delazione).
  • La mancata riparazione nei confronti delle vittime dei suoi crimini.
  • Una situazione economica familiare ritenuta poco chiara, sollevando il sospetto di possibili sostegni finanziari ancora in essere provenienti dal sodalizio criminale.


Il lavoro per la semilibertà sotto esame della DDA


Ulteriori dubbi, ritenuti non sufficientemente approfonditi, sono emersi sul posto di lavoro che era stato indicato per il regime di semilibertà: una società di ristorazione con sede a Fiano Romano. Secondo la DDA, in questa società risulterebbero impiegati individui con precedenti e contatti in aree di storica influenza del clan Casalesi, elementi che rafforzano il sospetto di un ponte ancora attivo con l'ambiente camorristico.


Nuova valutazione: maggior rigore istruttorio Anti-Mafia


Con la sentenza n. 33186/2025, la Corte di Cassazione ha definito insufficiente e parziale la precedente motivazione del Tribunale. I giudici hanno quindi disposto che il Tribunale di Sorveglianza riesamini la richiesta di semilibertà alla luce della stringente normativa antimafia e con i criteri di maggiore rigore istruttorio recentemente introdotti dalla riforma dell’Ordinamento Penitenziario. L'obiettivo è assicurare che i benefici penitenziari per i condannati per reati di mafia vengano concessi solo in presenza di un'effettiva e dimostrabile rottura con l'ambiente criminale.