False residenze per la cittadinanza: gli agenti si difendono davanti al magistrato
Al centro dell’inchiesta un giro di pratiche fittizie per cittadini stranieri in cambio di denaro

ORTA DI ATELLA - Hanno risposto alle domande del magistrato i due agenti della polizia municipale di Orta di Atella posti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulle false residenze utilizzate per ottenere la cittadinanza italiana.
Hanno risposto al giudice
Durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice del tribunale di Napoli Nord, i due vigili hanno scelto di collaborare fornendo chiarimenti sulla vicenda e sulle rispettive posizioni. Altri indagati, tra cui una funzionaria dell’Anagrafe, hanno invece deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Il modus operandi
Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, il titolare di una società di intermediazione — attualmente detenuto — avrebbe organizzato un sistema per far ottenere la residenza, e quindi la cittadinanza, a cittadini brasiliani che in realtà non avrebbero mai vissuto nei comuni coinvolti, in particolare Orta di Atella e Frattaminore.
Per ogni pratica la società avrebbe incassato mediamente 22mila euro. Secondo gli inquirenti, tale somma sarebbe servita a corrispondere tangenti o altri vantaggi a dipendenti pubblici disponibili ad agevolare il rilascio delle residenze fittizie.
L’inchiesta resta aperta e proseguono gli approfondimenti da parte degli inquirenti per delineare l’intera rete di complicità.