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Lucia Sforza


 La DDA chiede 220 anni di carcere per la faida della Stadera

Un colpo durissimo per la nuova generazione degli scissionisti del clan Contini: la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha chiesto oltre 220 anni di carcere per 18 imputati coinvolti nella faida della Stadera, una sanguinosa guerra interna scoppiata nel 2021.


 La faida tra “Stadera” e “Cittadella”

Il conflitto esplose con il ferimento di Gioele Lucarelli il 20 settembre 2021, seguito all’attentato contro Gennaro De Stefano, detto “'e fell ’e carn”, avvenuto il 2 settembre. La guerra vedeva contrapposti i gruppi “Stadera” e “Cittadella” di Casoria, entrambi legati al clan Contini ma in lotta per il controllo del territorio.


 Droga e armi tra Napoli, Avellino e Salerno

L’indagine ha ricostruito un sistema criminale attivo nello spaccio di droga a Ponticelli, Secondigliano, Avellino e persino nel carcere di Salerno. L’organizzazione disponeva di un vero arsenale e ricorreva a minacce e pestaggi per recuperare i crediti dai clienti insolventi.


 I vertici emergenti del clan

Tra i presunti capi emergenti figurano Mario Rosario De Martino, detto 'o chiatt, e Gioele Lucarelli, indicati come figure centrali nella riorganizzazione del gruppo dopo gli arresti delle vecchie leve.


 Le richieste di condanna della DDA

Ecco le condanne richieste dal PM Converso al GUP di Napoli, in ordine decrescente:

Mario Rosario De Martino – 20 anni

Gioele Lucarelli – 20 anni

Pietro Lucarelli – 20 anni

Vittorio Albano – 18 anni

Feliciano Ciccarelli – 18 anni

Lucio Cammarota – 15 anni

Antonio Lucarelli – 13 anni

Marcella Spiniello – 13 anni

Leopoldo Aprea – 12 anni

Bruno Ferrioli – 12 anni

Gennaro Ottaiano – 12 anni

Iolanda Lucarelli – 12 anni

Salvatore Mari – 12 anni

Salvatore Tolino – 10 anni

Nicoletta Mascaro – 5 anni

Ciro Tropeano – 5 anni

Francesco De Angelis – 4 anni

Giuseppe Pastore – 4 anni


 Prossima udienza e strategia difensiva

La prossima udienza è fissata per il 29 settembre. La difesa, composta da un team di legali tra cui Leopoldo Perone, Luigi Pozziello, Luca Mottola e Domenico Dello Iacono, cercherà di smontare l’impianto accusatorio che la Procura definisce “granitico”.