I carabinieri
I carabinieri

AVERSA - Solo pochi giorni fa, il 44enne di Aversa, era stato identificato e denunciato dai carabinieri della locale Stazione poiché ritenuto responsabile di almeno tre furti con strappo, commessi tra il mese di gennaio e i primi giorni di febbraio dell’anno in corso nella città normanna.

Aggredisce la sorella per estorcerle soldi, denunciato dai carabinieri di Aversa

L’ennesima denuncia è scattata questa mattina, e questa volta non per furto. I militari dell’Arma hanno ricevuto in caserma la sorella del deferito che, visibilmente scossa e preoccupata per la propria incolumità, ha denunciato che il fratello convivente l’aveva ripetutamente colpita con schiaffi e spinte, anche allo scopo di estorcerle denaro.


L'uomo è responsabile anche di tre furti in due mesi

I motivi dell’aggressione, così come riferito dalla donna, sono riconducibili al fatto che il fratello la ritiene responsabile di aver permesso ai carabinieri di entrare nella loro abitazione, dove lo scorso 11 febbraio, sono stati rinvenuti e sequestrati i capi di abbigliamento e il motociclo utilizzato durante la commissione dei furti, nonché l’esatta somma di denaro contante, pari a 670 €, sottratti alla terza vittima.

L'aggressione
Maltrattamenti in famiglia ad Aversa

Le forze dell'ordine hanno disposto l'allontanamento dalla casa familiare

L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è stato subito rintracciato presso la sua abitazione ed accompagnato in caserma dove è stato denunciato, in stato di libertà, per maltrattamenti contro familiari e conviventi. Contestualmente è stato sottoposto all’allontanamento dalla casa familiare.

I maltrattamenti in famiglia disciplinati dall'articolo 572 del Codice penale

Nel diritto penale italiano, il delitto di maltrattamenti contro familiari o conviventi è disciplinato dall'art. 572 del codice penale. Dopo la riforma introdotta con la legge n. 172 del 1º ottobre 2012 tale articolo punisce con la reclusione da due a sei anni chi, fuori dei casi indicati nell'art. 571 c.p., maltratta una persona della famiglia o comunque convivente o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l'esercizio di una professione o di un'arte. 

Se dai maltrattamenti deriva una lesione personale grave si applica la reclusione da quattro a nove anni; se ne deriva una lesione gravissima si applica la reclusione da sette a quindici anni; se ne deriva la morte si applica la reclusione da dodici a ventiquattro anni.[2] Si tratta di un reato abituale (per il quale l'autore deve compiere più comportamenti maltrattanti)[3] e doloso (l'autore, quindi, deve intenzionalmente maltrattare la vittima). Nel caso in cui invece il ricevente dei maltrattamenti abbia meno di quattordici anni, allora la reclusione è aumentata a discrezione dell’autorità giudiziaria. Il reato è perseguibile d'ufficio.