Incendio azienda rifiuti, il fumo è passato e la diossina resta: l'attacco della Cgil
Il sindacato: "Non è solo un incidente, ma il fallimento di una politica che non si occupa dei bisogni e dei diritti"

TEANO/CASERTA - Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa della Cgil Caserta sul rogo all'azienda dei rifiuti di Teano.
Allarme diossina
"Il fumo è passato, ma la diossina resta. E uccide in silenzio. I dati ARPAC parlano chiaro: valori di diossina oltre il doppio del consentito, nei rilievi successivi all’incendio dell’impianto rifiuti di Teano.
Non è solo un dato tecnico: è un rischio concreto e grave per la salute delle comunità locali, per il lavoratore, per le comunità che vivono in quell’area, per le famiglie che respirano ogni giorno un veleno invisibile. La diossina è una sostanza cancerogena, persistente, che si accumula nel terreno, nel cibo, nei corpi. Non si dissolve col vento. Si insinua, silenziosa, nelle vite. E lascia segni che durano anni, generazioni.
In provincia di Caserta, questi episodi non sono eccezioni: sono parte di una storia lunga, fatta di abbandoni, omissioni e impianti mal gestiti. Non è solo un problema ambientale. È una questione di giustizia sociale. È la negazione sistemica del diritto alla salute. Eppure, anche questo disastro ambientale passerà come un’emergenza da archiviare. Ma la Terra dei Fuochi non è emergenza, è sistema. È la somma di tutte le omissioni, dei controlli mancati, delle autorizzazioni leggere, delle logiche del profitto che ignorano la salute collettiva.
In provincia di Caserta ci sono decine di impianti a rischio, spesso senza adeguati presidi di sicurezza, in aree densamente abitate. Dove si continua a lavorare e a vivere come se respirare veleno fosse normale. Come se vivere sotto un cielo contaminato fosse un destino accettabile. È una condanna quotidiana. Ma non esiste diritto più violato, oggi, del diritto alla salute. E non esiste silenzio più colpevole di quello che lo copre.
La lotta continua
Noi continueremo a chiamare le cose con il loro nome, perché non è fatalità, è responsabilità e non sono incidenti, , sono il fallimento di una politica che non si occupa dei bisogni e dei diritti, abbandonando al proprio destino intere comunità Le istituzioni non possono più voltarsi dall'altra parte. Ogni ritardo, ogni silenzio, ogni complicità si traduce in corpi contaminati, territori malati, comunità sacrificate. Noi non ci abitueremo. Continueremo a denunciare, a lottare, a pretendere bonifiche, trasparenza, prevenzione. Nascere in questa provincia non può significare una condanna. E abbiamo bisogno di unire tutte le nostre forze e organizzarci : associazioni, forze democratiche, cittadinanza attiva, insieme per contrastare questa deriva e pretendere giustizia ambientale e sociale.