Postazione 118 per le emergenze parto a Sessa: presenza simbolica o reale soluzione?
Al momento un equipaggio resta in attesa pronta ad un intervento

SESSA AURUNCA - Dopo la chiusura dei punti nascita di Sessa Aurunca e Piedimonte Matese, le trasformazioni nella sanità territoriale continuano a far discutere. L’ultima decisione riguarda una postazione h24 del 118 che è stata collocata all’interno dell’ospedale di Sessa. Una scelta fatta come misura preventiva per eventuali “emergenze parto”. Un’ambulanza con relativo equipaggio resta dunque in attesa presso la struttura, pronta a intervenire. Ma la scelta solleva qualche interrogativo: si tratta davvero di un rafforzamento del servizio o piuttosto di una presenza simbolica, pensata per rassicurare i cittadini più che per rispondere a un’esigenza concreta?
Poche ambulanze sul territorio
Nel frattempo, sul territorio, le ambulanze operative restano poche, e le richieste di soccorso spesso devono fare i conti con tempi d’attesa non brevi, soprattutto nelle zone interne e più isolate. C’è chi segnala ritardi anche superiori ai 20 minuti, mentre le postazioni attive si assottigliano. A creare confusione è anche il tema degli autisti assunti dall'ASL. Negli ultimi anni, l’ASL ha bandito concorsi per l’assunzione di autisti, ma si tratta di figure destinate principalmente al servizio intraospedaliero, ovvero al trasferimento di pazienti tra strutture diverse per esigenze cliniche programmate o urgenti. Non fanno parte del sistema di emergenza territoriale del 118, ma sono risorse comunque presenti e operative.
La proposta
E allora una domanda sorge spontanea: perché non impiegare proprio questi autisti e i mezzi dedicati al "trasporto secondario" per gestire eventuali trasferimenti di gestanti, affiancati da un’équipe adeguata, invece di sottrarre al territorio una postazione del 118, fondamentale per rispondere alle vere emergenze?
La vera questione, alla fine, è tutta qui: in un territorio già colpito da tagli e razionalizzazioni, è più utile avere un’ambulanza ferma davanti a un ospedale o una in più sulle strade, pronta a raggiungere i cittadini nei momenti di reale bisogno?
Quando si parla di emergenza sanitaria, la percezione conta poco: ciò che serve è tempestività, mezzi adeguati e una rete capillare e forse, una riflessione più ampia sulla reale capacità del sistema di rispondere, oggi, ai bisogni del territorio.