antica cittadella
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Lucia Sforza


Il sistema illecito dietro una concessionaria insospettabile

È diventata definitiva la condanna per Lino Farace, titolare di una concessionaria in Calabria, ritenuto al vertice di un’organizzazione criminale specializzata nel traffico e riciclaggio di auto rubate, in gran parte sottratte nel casertano. A incastrarlo è stato anche il caso di una Mercedes Classe A, risultata rubata, poi immatricolata a Caserta e destinata alla vendita.


Cassazione: ricorso inammissibile, confermata la condanna

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Farace, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello di Catanzaro. L’uomo è stato giudicato colpevole di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e al reimpiego di beni di provenienza illecita. La rete criminale gestiva un vero e proprio sistema parallelo di vendita, con auto rubate in Italia, reimmatricolate grazie a documenti spagnoli falsificati.


Le indagini: telaio alterato e pratiche avviate da agenzie compiacenti

Il meccanismo partiva da agenzie compiacenti che avviavano l’iter di reimmatricolazione utilizzando documentazione proveniente dalla Spagna. I veicoli venivano clonati: si prendeva un’auto rubata, si modificava il numero di telaio, e la si rivendeva a un prezzo inferiore al mercato, fregando così anche la concorrenza onesta.


Il caso simbolo: la Mercedes Classe A rubata e “legalizzata” a Caserta

La Mercedes in questione è stata immatricolata presso la Motorizzazione civile di Caserta, piazza già nota per pratiche “sospette”. Subito dopo, un affiliato dell’organizzazione avvisò il padre di Farace che “era tutto a posto”. Da lì, l’auto fu inserita nel circuito di vendita della concessionaria di famiglia.


Il dettaglio che ha incastrato Farace

Per i giudici è stato determinante il passaggio in cui Farace chiede i libretti dell’auto via WhatsApp, segno evidente della sua consapevolezza del giro e della volontà di immettere sul mercato un’auto rubata. Non un venditore inconsapevole, ma un soggetto attivo nel sistema.


Caserta al centro del traffico illecito

La zona della provincia casertana, in particolare, emerge nelle carte come uno snodo critico del meccanismo di riciclaggio: punto di partenza delle auto rubate, ma anche luogo strategico per le false immatricolazioni. Per la Cassazione, l’intera operazione era organizzata con cura, e Farace ne era pienamente partecipe.