Chiusura punti nascita di Sessa e Piedimonte: lettera aperta ai parlamentari casertani
Comitati civici in rivolta: l’Appello ai sindaci del territorio aurunco e matesino. “Siamo zone disagiate, la deroga è un diritto"

SESSA AURUNCA/PIEDIMONTE MATESE. Una lettera aperta inviata ai Parlamentari campani sulla chiusura dei punti nascita pubblici. Iniziativa del Comitato “San Rocco Bene Comune” insieme ai Comitati di Piedimonte Matese e Sapri.

Chiusura punti nascita di Sessa e Piedimonte: lettera aperta ai parlamentari casertani
Una lettera aperta sottoscritta dai Comitati civici di Sessa Aurunca, Piedimonte Matese e Sapri, rivolta ai Parlamentari eletti in Regione Campania.
La lettera riguarda la recente chiusura dei punti nascita nei rispettivi comuni, decisa dalla Regione Campania con la Delibera di Giunta n.418/2025 in osservanza delle linee guida ministeriali, e chiede il sostegno dei rappresentanti istituzionali per ottenere un incontro urgente presso il Ministero della Salute, con l’obiettivo di ottenere l’autorizzazione alla deroga e fare emergere le storture nel rapporto pubblico-privato.
La questione coinvolge decine di migliaia di cittadini residenti in aree riconosciute dalla stessa Regione come “disagiate” e prive di accesso sicuro ai servizi materno-infantili.
Una mobilitazione popolare è in corso e intendiamo portare all’attenzione dell’opinione pubblica le istanze che animano questa battaglia civile.
Comitati civici in rivolta, l’Appello ai parlamentari casertani. Ecco il testo della lettera
"Onorevoli Senatori della Repubblica, Onorevoli Deputati, con la Delibera di Giunta Regionale della Campania n.418 del 23 giugno 2025, è stato approvato il documento: “Rete regionale per l’assistenza materno-neonatale: intervento di riorganizzazione dei punti nascita secondo l’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010”. In attuazione di tale provvedimento, la Regione ha previsto la cessazione delle attività dei punti nascita di Sessa Aurunca, Piedimonte Matese e Sapri, demandando alle ASL gli adempimenti conseguenti. La scelta di chiudere i suddetti punti nascita si fonda sull’Accordo Stato-Regioni del 2010, che stabilisce la soglia minima dei 500 parti annui per la permanenza in attività dei punti nascita.
“Siamo zone disagiate, la deroga è un diritto. Subito un incontro al Ministero della Salute”
È noto tuttavia che la normativa nazionale e gli stessi documenti di indirizzo del Ministero della Salute (D.M. 2 aprile 2015 n. 70 e D.M. 11 novembre 2015) prevedono la possibilità di mantenere in deroga i punti nascita situati in aree definite “disagiate” o caratterizzate da particolari condizioni oro-geografiche e di viabilità. Nel caso specifico dei territori dell’alto casertano e del Cilento, tali condizioni sono ampiamente documentate: le distanze dalle strutture pubbliche superano in alcuni casi i 50 km; le vie di comunicazione presentano tempi di percorrenza e rischi non trascurabili; Le suddette condizioni di svantaggio sono state riconosciute dalla stessa Regione Campania con la legge regionale 22 luglio 2025, n. 11, che definisce questi comuni come “zone disagiate sotto il profilo della fruizione dei servizi sanitari”. Per queste ragioni i Comitati civici di Sessa Aurunca, Piedimonte Matese e Sapri ritengono che la deroga sia non solo possibile, ma doverosa, in quanto misura di tutela della salute materno neonatale e garanzia di equità territoriale. Vale la pena notare, inoltre, che risultano al momento attivi in Regione Campania altri punti nascita pubblici sub standard, attualmente in condizione di deroga e a rischio chiusura di anno in anno. Appare chiaro, dunque, che la sola deroga non basta. Occorre definire un percorso che vada oltre la certificazione delle condizioni di “disagio” e “svantaggio”, portando avanti un’azione politica e amministrativa che punti a riportare i punti nascita pubblici oggi sotto soglia al di sopra dei 500 parti annui, restituendo loro piena stabilità.
I comitati civici chiedono un incontro presso il Ministero della Salute: sotto la lente il nodo del rapporto pubblico–privato
Per fare questo, è necessario affrontare il nodo del rapporto pubblico–privato, mettendo in luce come l’attività di molti punti nascita pubblici sia messa a rischio dall’attuale assetto delle convenzioni stipulate con le strutture private. Le ASL, nell’ambito della programmazione annuale, alla luce della diminuzione del numero di parti presso i punti nascita pubblici, non hanno provveduto a rivedere i contratti con le case di cura private, le quali si sono trovate a operare in regime di concorrenza anziché di concorso nell’erogazione del servizio sanitario, sottraendo utenza e risorse al servizio pubblico. Una rimodulazione delle convenzioni è quindi indispensabile per rendere sostenibile la rete ospedaliera pubblica e riequilibrare l’offerta sanitaria, in considerazione del fatto che la nostra Costituzione, all’art. 34, pone in capo allo Stato – e non all’iniziativa privata – il dovere di garantire il diritto alla salute. Per questi motivi, nell’interesse della collettività, vi chiediamo di affiancarci nella richiesta di un incontro urgente presso il Ministero della Salute, dove le ragioni dei Comitati territoriali di cittadini possano essere rappresentante dai delegati degli stessi. Chiediamo di essere ascoltati presso il Ministero della Salute perché il primo passo di questa battaglia è ottenere l’autorizzazione alla riapertura in deroga, di competenza ministeriale.
La stagione della grande mobilitazione popolare con cittadini scesi in piazze
Chiediamo di essere ascoltati al Ministero perché riteniamo di dover rappresentare una ragione ulteriore per la richiesta di deroga, che si aggiunge alla condizione di svantaggio oro-geografico: rimodulando le convenzioni con le case di cura private, i nostri punti nascita sono perfettamente nelle condizioni di raggiungere i 500 parti annui. Una volta ottenuta la deroga, non ci sottrarremo al confronto con la Regione Campania e le ASL competenti, per discutere della rimodulazione degli accordi di contratto con i privati accreditati. Una stagione di grande mobilitazione è ormai avviata, con migliaia di cittadini scesi nelle piazze – per ora – di Sessa Aurunca, Piedimonte Matese e Sapri, intenzionati a dare forma ed espressione democratica alla rabbia civile delle comunità campane. I nostri territori non chiedono privilegi, ma diritti. Chiediamo che lo Stato e la Regione si assumano la responsabilità di garantire il futuro dei punti nascita pubblici, e con essi il diritto costituzionale alla salute e all’eguaglianza dei cittadini. Confidando nel vostro impegno, restiamo a disposizione per un coordinamento comune che renda questa battaglia non soltanto territoriale, ma campana e nazionale. Con stima, I Comitati Civici di Sessa Aurunca, Piedimonte Matese e Sapri. Comitato San Rocco Bene Comune - Sessa Aurunca Gruppo di Azione Piedimonte è Viva – Piedimonte Matese