antica cittadella
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CARINOLA – Ancora un episodio di violenza in un carcere casertano. Questa volta ad essere colpito è stata la casa circondariale di Carinola.

L'aggressione

Un detenuto di origine straniera, arrabbiato per essersi sentito negare una videochiamata, ha aggredito con un tubo di scarico di un lavandino tre poliziotti penitenziari. Dopo essersi scagliato sugli agenti, ha iniziato a distruggere quanto aveva sotto mano come una tv, un computer e una scrivania e poi, con una bomboletta a gas invitava i detenuti a non rientrare in cella. Veniva poi bloccato dagli altri agenti.

I tre poliziotti aggredito sono stati portati in ospedale. Uno di loro ha riportato ben 10 punti di sutura alla testa, un altro tre ad una mano, mentre il terzo ha riportato la lussazione di tre dita. 

La denuncia dei sindacati

“Un gravissimo episodio di violenza che testimonia ancora una volta la tensione in atto nel carcere casertano e i gravi rischi per la propria incolumità che subiscono i poliziotti penitenziari lì in servizio – ha dichiarato il segretario dell’Osapp Vincenzo Palmieri - Nella circostanza - prosegue il sindacalista - la professionalità degli agenti in servizio ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente, ma la grave situazione vissuta accende i riflettori su una realtà sempre più preoccupante: il crescente numero di eventi critici e di aggressioni all’interno degli istituti penitenziari della regione Campania”.

“Le condizioni lavorative dei poliziotti penitenziari sono da tempo insostenibili - prosegue Palmieri - il sistema è in uno stato di perenne emergenza e occorrono interventi urgenti e strutturali che restituiscano dignità alla Polizia Penitenziaria stanca di subire quotidianamente gratuite violenze. Se fossero stati i poliziotti a esercitare violenza, come spesso si accusa la Polizia Penitenziaria di fare, ovvero se gli stessi poliziotti fossero stati adeguatamente preparati a fronteggiare tali situazioni come dovuto e come l'Amministrazione penitenziaria non effettua da anni, i gravi danni subiti dagli stessi non vi sarebbero stati. Ancora una volta quindi - conclude Palmieri - facciamo appello al Capo del Dipartimento e agli organi politici perché lo scempio della Polizia Penitenziaria nelle carceri ed in particolare nei penitenziari campani abbia a cessare”.