antica cittadella
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CAPODRISE - Questa sera, nello studio del notaio Onofrio Di Caprio, a Caserta, è stato perfezionato l’atto di sfiducia nei confronti del sindaco di Capodrise Nicola Cecere. Hanno firmato i consiglieri di maggioranza del gruppo “Capodrise insieme” Tommaso Fattopace, Vincenza Abussi e Michelangela Topa del Partico democratico, Marcela Gigliano e Vincenzo Perri di Alleanza per Capodrise e Federica Montebuglio di Capodrise Futura e i consiglieri di minoranza del gruppo “Viva Capodrise”, Vincenzo Negro, Luisa D’Angelo, Giuseppe Salzillo, Nicola Belardo e Maria Sorbo. Al termine, consiglieri di “Capodrise insieme” e le rispettive forze politiche hanno dichiarato:     

L'elezione di Cecere è stato un errore

“Far eleggere Nicola Cecere – esordiscono – a sindaco di Capodrise è stato un errore. Non era il nostro candidato, alcuni di noi avevano espresso molte riserve, ma alla fine abbiamo accettato la proposta di “Siamo Capodrise” e lo abbiamo sostenuto con impegno e lealtà. Una lealtà che è durata dal 19 marzo 2024, giorno in cui abbiamo sottoscritto il patto fondativo della coalizione, fino al 14 maggio 2025”. “In questo tempo, abbiamo sempre lavorato e sperato che potesse diventare il sindaco di tutti e governare la città, ma Cecere non è riuscito mai ad affrancarsi dal suo gruppo di riferimento ed è sempre rimasto il sindaco di “Siamo Capodrise” e dei suoi derivati. E poi abbiamo capito che non avrebbe fatto in 10 anni ciò che poteva fare in 5 minuti. La crisi che ha immobilizzato la città per quasi un anno si è consumata tutta all’interno di “Siamo Capodrise”. Si può essere fantasiosi come si vuole, ma la realtà cancella le bugie”.   “Certo – proseguono –, talvolta abbiamo criticato il sindaco, ma sono state sempre critiche di merito e di metodo: inadeguatezza, assenza di confronto, scarsa collegialità nelle decisioni, mancata attuazione del programma di governo, troppi interessi. A Capodrise si era creato un “terzo livello”, una sorta di regia occulta a cui erano demandate le decisioni, che aveva ridotto le parti politiche, la giunta e il consiglio comunale a meri organi di ratifica”.

L'atto finale 

“Invece di dimostrare di essere il sindaco della coalizione, Cecere ha sempre obbedito: si è dimesso, ha messo in discussione il patto nel quale era sancita la sua candidatura, ha esortato i consiglieri di maggioranza a liberarsi dalle forze politiche che li hanno candidati e sostenuti e, lui o chi per lui, ha dialogato con l’opposizione per sovvertire, con una compravendita di consiglieri, la volontà popolare, facendo pressioni su candidati del Pd”. “Il 14 maggio – aggiungono –, l’atto finale. In una riunione al Comune, Cecere ha eseguito l’ultimo compito scrittogli da “Siamo Capodrise”: voleva che “Capodrise insieme” firmasse un nuovo patto con un nuovo programma, subordinato all’azzeramento della giunta e delle altre cariche istituzionali e maggiori poteri nell’azione amministrativa. Un accordo offensivo per noi e imbarazzante per lui, oltre che politicamente irricevibile”.  “L’atto di sfiducia – concludono – era l’unico strumento che avevamo a disposizione per riparare a quell’errore. È stata una scelta meditata, sofferta, ma necessaria, che ha interpretato il sentimento popolare. Ora, a tutti chiediamo, cittadine e a tutti i cittadini di Capodrise, di impegnarsi affinché inizi di una stagione politica più trasparente, libera e forte, popolare, democratica e orientata al bene comune”.