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SAN FELICE A CANCELLO – I fondatori e i soci del Movimento San Felice a Cancello Libera Progressista Democratica Solidale, capitanati dal dottor Vittorio Palmieri rispondono con una riflessione politica alla lettera del 12 marzo 2023 del vescovo di Acerra Di Donna alla comunità di San Felice a Cancello (oggi si terrà il suo discorso davanti al Comune) sul tema della necessità di un voto libero per il recupero della moralità pubblica e legalità nell'amministrazione del Comune.

"A San Felice a Cancello potrebbe esserci una dittatura, per la qual cosa il voto potrebbe non essere veramente libero. I cittadini vanno in Chiesa ad osservare i precetti cattolici, ma poi come cittadini smarriscono il senso del giusto contro illegalità ed immoralità. Ci vuole dunque una scuola socio-politica in seno alle curie per risorgere moralmente e politicamente, e transitare dall'uomo vecchio all'uomo nuovo!

Volendo tradurre più crudamente l'intervento del Vescovo si potrebbe desumere l'invito generale a non votare mafiosi, camorristi, pregiudicati a vario titolo, soprattutto se per reati odiosi, e prepotenti di vario genere; i candidati a sindaco ad assumersi il onere civile e morale di non rincorrere il consenso a tutti i costi, dando chiari segnali di rinnovo morale, legale, civile a partire dalle liste elettorali; i cittadini ad essere i primi difensori della moralità e legalità della cosa pubblica; la comunità sanfeliciana che per difendere la civiltà, a non può limitarsi ad evitare l'immoralità e la illegalità stando in chiesa ed in casa; non riportare al governo della cosa pubblica comunale chi ad oggi non si è fatto pieno interprete del vincolo morale e civile nel guidare il comune con rettitudine e dignità;

Il dato oggettivo è che a San Felice a Cancello non c'è una dittatura. La curia è stata male informata! Il popolo ha sempre votato liberamente. Come altrove, la classe politica sanfeliciana è figlia del popolo più di quanto il popolo sia figlio della classe politica che lo rappresenta. Li diceva Platone, ed anche Longanesi, politico e sociologo di area democraticocristiana.

La città è effettivamente specchio di litigiosità ed arrivismo politico, personalismi e faide, o di approcci politici dirigisti, padronali, senza reale collegialità e prospettiva: molti di questi politici del presente-passato vengono da un'area politica di riferimento di espressione democratico-cristiano-sociale. La prima ferma richiesta della cittadinanza alla politica locale dovrebbe essere quella di dire NO al ritorno al passato, e dunque dire NO alle proposte di candidatura di chi è il passato-presente con un legame di responsabilità con la situazione socio-politica attuale.

Nessuno si autoassolve! Chi cerca di costruire un'alternativa politica a San Felice a Cancello troppo spesso si perde nel moralismo, nel benaltrismo, ed in un alto grado di litigiosità che fa il pari con l'inutilità e l'inaffidabilità. Il punto non è vincere le elezioni ma governare: per fare cosa, con chi e con quali garanzie pubbliche e politiche? Questo il dilemma socio-politico da affrontare oggi. E dunque la questione morale è tutta nella società civile, e di riflesso anche nella politica, nelle parrocchie, nelle associazioni e nelle famiglie".

LA LETTERA DEL VESCOVO