antica cittadella
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La farmacia
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MADDALONI (Lucia Sforza)- La Corte di Cassazione  ha emesso una decisione di rilevante importanza giudiziaria, disponendo l'annullamento della sentenza di assoluzione che era stata pronunciata in Appello nei confronti dei coniugi Nicola De Caprio e Ornella La Posta. I due, noti titolari di una farmacia situata nel comune di Maddaloni, dovranno quindi affrontare un nuovo processo per l'accusa di estorsione.

 

Accusati di estorsione dalla dipendente: processo bis per due farmacisti di Maddaloni

La seconda sezione penale della SUPREMA CORTE, presieduta dal giudice Sergio Beltrani, ha accolto integralmente il ricorso presentato dalla PROCURA GENERALE di NAPOLI. La Procura aveva impugnato la precedente decisione della Corte d’Appello partenopea, sostenendo che l’assoluzione fosse stata emessa con una presunta VIOLAZIONE di LEGGE e un manifesto TRAVISAMENTO della PROVA. La Cassazione, massima istanza giurisdizionale, ha dunque riconosciuto che la decisione di secondo grado necessita di una revisione approfondita e rigorosa.

 

La Corte di Cassazione ha disposto l'annullamento della sentenza di assoluzione emessa in Appello nei confronti dei due professionisti

La vicenda giudiziaria dei due farmacisti ha attraversato diverse fasi. Inizialmente, il TRIBUNALE di SANTA MARIA CAPUA VETERE li aveva condannati in primo grado a QUATTRO ANNI di RECLUSIONE ciascuno per l’accusa di estorsione aggravata ai danni di una loro dipendente. Successivamente, tuttavia, la CORTE d’APPELLO di NAPOLI aveva ribaltato completamente il verdetto, dichiarando i coniugi innocenti. L'annullamento con rinvio operato dalla Cassazione segna ora il ritorno del caso in un nuovo collegio giudicante.

 

L'origine della vicenda: trattenute illegittime sullo stipendio

L’origine della complessa vicenda risale al lontano 2001, anno in cui l’ex dipendente in questione iniziò la sua attività lavorativa nella farmacia di Maddaloni. Le presunte condotte estorsive si sarebbero protratte fino al 2015, anno in cui la donna trovò la forza di presentare denuncia. Secondo quanto emerso dalle prime fasi processuali, la lavoratrice avrebbe subito TRATTENUTE MENSILI sul proprio stipendio, con cifre che oscillavano tra i 400 e i 600 euro. Tali somme le sarebbero state poi restituite, in contanti e spesso con modalità non tracciate, solo dopo l’accredito effettivo della busta paga.

 

Individuata una nuova lettura dei fatti: Il ruolo della parte offesa

Il ricorso in Cassazione è stato promosso in via determinante anche su impulso dei legali che rappresentano la parte offesa, gli avvocati Filippo Barberi Spirito e Raffaele Carfora. L'impegno del collegio difensivo ha portato i giudici della Suprema Corte a individuare una nuova lettura dei fatti, ritenuta meritevole di un ulteriore e più accurato approfondimento in sede di merito. Di conseguenza, l’assoluzione è stata annullata con rinvio e il caso tornerà dinanzi a una diversa sezione della Corte d'appello di Napoli per un nuovo Giudizio che dovrà rivalutare l'intero quadro probatorio.